Le feste consumistiche, si sa, non sono per nulla ecologiche. Già il principio di doversi riunire, cucinare per un esercito e fare regali di per sé lascia intendere che non sia un’attività ecologica, ma mai nessuno aveva fatto i conti in tasca a Babbo Natale. Ci ha provato il sito Ethicalocean che ha calcolato le emissioni del Natale. Il nostro caro Santa Klaus pare che in una sola notte emetta la stessa quantità di CO2 che emette una nazione come il Qatar in un solo anno. Non ci credete? Continuate a leggere.
Uno degli sprechi più assurdi è l’utilizzo delle renne. Secondo le credenze leggendarie che vengono tramandate di padre in figlio da generazioni, Babbo Natale si sposta in sella ad una slitta trainata dalle renne. Peccato che però questi animali, che normalmente vivono ai confini del Polo Nord (quindi parte settentrionale del Canada, Nord Europa e Nord della Russia) vengano trasportate ovunque nelle nostre città. Secondo i calcoli del sito, il trasporto delle renne al di fuori del loro habitat naturale, aggiunto alle emissioni che loro stesse emettono con la digestione come tutti gli altri animali al mondo, porta ad aggiungere alla sacca di Babbo Natale 53.667 tonnellate di gas serra.
Poi c’è un’altra tradizione, e cioè quella di lasciare vicino al caminetto del latte e i classici biscotti del Natale. Le emissioni per produrre questi beni di prima necessità ammontano a 8.860 tonnellate. Ad esse si aggiungono le oltre 231 mila tonnellate di emissioni provenienti dal carbone che non viene destinato alla produzione di energia elettrica o calore, ma viene inserito nelle calze per scherzo. Ma ancora, non finisce qui. A questo dobbiamo aggiungere 284.493 tonnellate di emissioni di carbonio provenienti dalle carte per confezionare i regali, le 983 mila tonnellate emesse dalle aziende che producono prodotti natalizi, l’equivalente di una multinazionale come la Nike, ed infine loro, tenuti apposta per ultimi: i regali.
Probabilmente non si ha idea di quanto inquinino i regali. Il sito che ha effettuato i calcoli ha preso in considerazione esclusivamente i giocattoli perché per tutto il resto sarebbe stato impossibile effettuare una stima. Ma in ogni caso, per renderci conto delle emissioni, basta pensare che se tutti i fattori precedenti portavano le emissioni a circa 1,6 milioni di tonnellate di carbonio, i giocattoli venduti per Natale da soli arrivano ad emettere 68,1 milioni di tonnellate, per un totale di 69,7 milioni.
Ora, dato che abolire il Natale e tutto il mercato che c’è dietro è impossibile, possiamo almeno prendere dei provvedimenti, da bravi ecologisti. Per tentare almeno di ridurre l’impatto del nostro Natale sull’ambiente possiamo tentare di convincere i comitati cittadini o quelli dei commercianti a fare a meno delle renne, possiamo evitare di mettere il carbone nelle calze dei bambini, magari sostituendolo con qualche frutto di stagione, riciclare la carta dei pacchi, affidarci a prodotti provenienti da aziende che utilizzano energia rinnovabile, utilizzare latte e biscotti a chilometro zero e non gettarli la mattina di Natale, ma mangiarli a colazione, e soprattutto regalare giocattoli meno inquinanti, magari fatti con materiali riciclati che non provengono dalla Cina, ma prodotti il più vicino possibile a noi.
[Fonte: ethicalocean]
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