Venti milligrammi sono solo l’importo medio delle emissioni di carbonio generate dal tempo impiegato a leggere le prime due parole di questo articolo. Ora, a seconda di quanto velocemente si legge, circa 80, forse anche 100 mg di C02 sono stati rilasciati. E i pochi minuti che ci vorranno per arrivare alla fine di questo post faranno emettere circa un grammo di gas a effetto serra, se non di più.
Questo può non sembrare molto:
Ma nel complesso, se si considerano tutte le persone che visitano un sito web e poi tutti i secondi che ciascuno di essi spendono su di esso, si rivela essere un gran numero
dice il Dott. Alexander Wissner-Gross, professore presso la Harvard University che studia l’impatto ambientale dei computer. Wissner-Gross stima che ogni secondo in cui qualcuno naviga in un sito Web semplice, genera circa 20 milligrammi di C02. Se si scarica una canzone, si invia una email o si guarda un video in streaming, si ha un impatto variabile sull’ambiente.
Secondo alcuni ricercatori, c’è la necessità di creare un ecosistema verde, dove internet non è solo indispensabile ma anche urgente.
Fa parte del quadro complessivo di sostenibilità. Gli scienziati ci dicono che abbiamo 10 anni per compiere un’azione seria per evitare gli effetti più catastrofici dei cambiamenti climatici. Avviare un qualche tipo di iniziativa è assolutamente vitale.
spiega Chris Large, capo del settore ricerca e sviluppo del UK-based Climate Action Group. Una serie di studi hanno messo in evidenza la crescente domanda di energia dei computer. Un rapporto del 2007, dalla società di ricerca Gartner, ad esempio, stima che la produzione, uso e smaltimento di tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni genera circa il 2% dei gas a effetto serra del mondo, analogo a quello prodotto da tutta l’industria dell’aviazione.
Software anti-virus come McAfee consumano elettricità necessaria per bloccare migliaia di miliardi di email di spam inviate ogni anno quanto l’energia di oltre due milioni di case negli Stati Uniti, mentre produce lo stesso livello di emissioni di gas a effetto serra di tre milioni di auto.
Spiega Bill St. Arnaud delle Canarie, un’organizzazione di sviluppo di programmi internet:
Alcuni studi stimano che internet produce il 20% dei gas a effetto serra del mondo, in un decennio. Questa è chiaramente la direzione sbagliata. E chiaramente insostenibile.
Calcolare l’impronta ecologica di tutto il web, tuttavia, non è facile come misurare le emissioni di gas serra di un auto. I data center, massicci edifici stipati in centinaia di alloggi, se non migliaia, sono spesso etichettati come i peggiori “criminali” quando si tratta di danneggiare l’ambiente.
Nel 2002, a livello mondiale i dati sulle emissioni dei data center ammontavano a 76 milioni di tonnellate di anidride carbonica, una cifra che probabilmente sarà triplicata nel prossimo decennio, secondo uno studio del 2008 del Climate Group e Global e-Sustainability Initiative (GeSI). L’impronta di infrastruttura di rete, che è responsabile per il trasporto di informazioni dai data center ai personal computer, telefoni cellulari e altri dispositivi, è più difficile da individuare.
La fabbricazione, il trasporto e l’uso di personal computer e laptop (ciò che alcuni dicono sia l’impatto più significativo), producevano circa 200 milioni di tonnellate di emissioni nel 2002. Anche questa cifra sarà triplicata entro il 2020.
Una singola ricerca con Google rilascia 0,2 grammi di C02 nell’atmosfera. Il metodo per abbattere l’inquinamento? Semplice, utilizzare server “verdi”, che magari utilizzano meno energia, e che essa venga fornita dalle fonti rinnovabili, acqua riciclata ed efficienti software che richiedono meno energia elettrica per l’esecuzione.
Alcune società stanno lavorando per prendere i vari pezzi che compongono l’infrastruttura di Internet e spostarli in una direzione più sostenibile. Wissner-Gross ha fondato una società chiamata C02Stats che consente alle aziende di monitorare e gestire l’impatto ambientale dei propri siti web e poi acquistare certificati di energia rinnovabile basati sull’impronta mensile dei loro siti. Ma altri provvedimenti si stanno prendendo anche nei Paesi Bassi e in California, dove Google e Yahoo si stanno rifornendo di energia rinnovabile.
Tuttavia, c’è da considerare che internet ha reso la vita di milioni di persone, non solo più efficiente, ma anche rispettosa dell’ambiente. Aspetto che non deve essere dato per scontato. Le informazioni viaggiano più velocemente senza carta, si prende meno l’auto ed in generale ci si sposta meno, evitando di emettere una quantità incalcolabile di CO2.
Fonte: [Cnn]
Nexso 2 Settembre 2009 il 9:19 pm
E’ anche vero però che se si scegliessero componeneti del pc rispettosi della normativa RoHS e con alta efficienza energetica, primo fra tutti l’alimentatore, già si inquinerebbe meno. I server potrebbero utilizzare Hard Disk SSD (Solid State Disk) che consumano meno di quelli tradizionali e possiedono altre prestazioni. Per non parlare dell’adozione di sistemi operativi liberi come Linux che diminuiscono drasticamente l’obsolescenza di una macchina.
Il problema siamo noi che ce ne freghiamo e le ditte di conseguenza.
Marco Mancini 3 Settembre 2009 il 11:04 am
non so da che parte è la colpa, forse da entrambe, perché sono anche le aziende IT che non vogliono che la gente usi linux, altrimenti non ci guadagnano nulla. Il problema è che, se nel 2009, ancora c’è una grossa fetta di popolazione che non sa nemmeno inviare una email (e non mi riferisco solo agli anziani, ma anche agli studenti universitari), figuriamoci come si possa sperare che la gente stia attenta al risparmio energetico tramite informatica.
La realtà è che nelle scuole non insegnano nulla (io ho studiato da programmatore su un linguaggio che sin da allora non si usava più da 15 anni), e così mentre all’estero anche alle scuole elementari sanno usare tutti il pc, in Italia se non ti dai da fare da solo, nessuno ti insegna niente. E così continuiamo a rimanere ignoranti….
ohhhi 6 Settembre 2009 il 10:10 am
beh se ci suicidassimo in massa risolveremmo il problema.
chi per primo? (io non sono poi COSì ambientalista….)
fra 18 Maggio 2011 il 6:58 pm
su un altra pagina (http://www.wordstream.com/images/earth-day-2011-infographic.html) si legge che una ricerca produce lo stesso CO2 di un’auto che percorre 7,5 cm..
quindi molto meno secondo loro, credo poco meno di 0,01 grammi
ad ogni modo mi sembra troppo anche questo dato, perché esistono servizi di hosting da 10 euro l’anno (compreso dominio, servizi, raffreddamento, manutenzione, ecc..)
quindi a questo punto mi chiedo: quanto CO2 è possibile produrre con 10 euro di hosting???