Ci sono due possibili risposte a questa domanda. In primo luogo bisogna capire quale sarà l’impronta di carbonio per quanto riguarda le grandi quantità di fogli e carta in generale; e poi bisogna considerare quanta emissione di biossido di carbonio è giustificata.
Sulla prima questione, possiamo solo fare congetture in larga misura al momento, perché la cifra ufficiale sull’impronta non dovrebbe essere rilasciata prima dell’11 dicembre. Tuttavia, la Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), che è la convocazione COP15, ha già cercato di stimare le emissioni probabili. Si calcola che 41.000 tonnellate di biossido di carbonio saranno emesse
per l’intera conferenza incluso il viaggio per e da Copenaghen.
Solo il 10% di questa cifra sarà il risultato di emissioni locali, quindi possiamo concludere che gran parte di questo è dovuto ai voli di tutti i delegati che arrivano da tutto il mondo. E fin qui ci può stare. L’UNFCCC aggiunge, però, che l’obiettivo è quello di rendere il congresso ad emissioni zero, sostenendo un progetto “ambizioso sul clima in Bangladesh”, che vedrà le vecchie fabbriche altamente inquinanti a Dacca, sostituite con 20 nuove con forni efficienti, le quali andranno a compensare la CO2 prodotta nella capitale danese.
Ecco alcuni numeri che serviranno per evitare il più possibile le emissioni: 5.500 postazioni computer per evitare sprechi di carta, nel guardaroba ci sarà spazio per 8.000 cappotti e giacche; 80-100 chef maneggiaranno pentole e padelle per cucinare circa 200.000 piatti; 15 tonnellate di patate biologiche, 50.000 panini, e 200.000 tazze di caffè biologiche e del commercio equo e solidale saranno consumati. Oggetti non eco-friendly, come le Goody bags, sono stati vietati.
Sembra che si produca in questo modo molto inquinamento. Non diciamo che non lo sia, ma rispetto al vertice del 2007 svoltosi a Bali, è un grande miglioramento. Durante quel vertice i 15.000 partecipanti si stima possano avere emesso più di 100.000 tonnellate di anidride carbonica, equivalenti alle emissioni annuali dello Stato africano del Ciad.
Gli unici modi per risparmiare un po’ di emissioni erano far andare i partecipanti “vicini” in treno, o effettuare le videoconferenze, ma è certo che per un congresso così importante, il contatto umano resta sempre più consigliabile. Non ci si può aspettare che un accordo diplomatico così delicato possa essere trovato via webcam. La speranza ora è che tutte queste emissioni almeno serviranno a fornire un “risultato”. Se si scopre che tutto questo è stato fatto per un misero fallimento, allora potremmo ritornare sulla questione, ancora una volta. Ma speriamo di non averne bisogno.
Fonte: [Guardian]