L’acqua pura è un requisito fondamentale per una buona salute e per tantissimi processi, ma ha diverse problematiche quando si tratta di metodi di messa in sicurezza in molti Paesi, specie nei più poveri. Il problema principale sta nel fatto che si tratta di un processo energivoro, cioè i purificatori di acqua consumano grandi quantità di energia per la lavorazione. Ma il problema riguarda anche alcune sostanze usate per la purificazione, che se utilizzate in maniera non corretta possono diventare tossiche. Ma da oggi forse anche questo problema verrà risolto.
In un documento che è stato appena pubblicato sulla rivista dell’American Chemical Society, Langmuir, i ricercatori dell’Università di Uppsala, in collaborazione con l’Università del Botswana, descrivono come gli estratti dei semi della pianta Moringa oleifera possono essere utilizzati per la purificazione dell’acqua.
La flocculazione (processo chimico di separazione) delle particelle di impurità è una fase comune nella depurazione delle acque. Questa utilizza spesso l’aggiunta di alluminio o sali di ferro. L’alluminio, in particolare, ha implicazioni pericolose per la salute umana. Una procedura alternativa che utilizza un estratto naturale dai semi della pianta Moringa oleifera è usata in Africa.
La ricerca descrive come quantità molto piccole della proteina provenienti da questi semi può legarsi fortemente alla superficie, e quindi causerebbe particelle contaminanti di aggregazione. Il Centro Scattering a dell’Ångström Laboratory e il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Uppsala è capace di sfruttare una potente tecnica nota come “riflessione di neutroni” per misurare la struttura e la composizione degli strati di appena alcuni nanometri (milionesimi di millimetro) in interfaccia tra un solido e un liquido.
Una collaborazione con l’Università del Botswana, dove vi è interesse a sfruttare i prodotti naturali, ha portato ad un progetto di ricerca che consente di trarre importanti conclusioni sul modo in cui le molecole di proteine dei semi di Moringa oleifera interagiscono, in modo da causare l’aggregazione con grumi grandi che siano prontamente rimossi dalle acque.
E’ bello vedere come le interazioni di base delle molecole possano svolgere un ruolo nella soluzione dei problemi pratici. La comprensione del processo può portare ad un ulteriore sviluppo nella depurazione delle acque con materiali che sono disponibili a livello locale e rispettosi dell’ambiente
ha concluso Adrian Rennie, professore presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia all’Università di Uppsala.
Fonte: [Sciencedaily]
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