In Puglia, a Torre Guaceto, è scandalo per lo scarico di liquami nell’area naturale protetta: scarichi non filtrati e non depurati che, con l’okay della Regione Puglia, si riverseranno nella zona finché non sarà attivo l’impianto per la depurazione, ovvero entro un paio di mesi. Il tutto, ovviamente, in palese violazione del decreto interministeriale istitutivo dell’area protetta.
Lo scarico di liquami a Torre Guaceto, in Puglia, è stato scoperto e documentato dal consorzio che gestisce la riserva naturale. In rete circolano i video (alleghiamo due filmati a fondo articolo) ed esplode lo scandalo: lo scarico di liquami che crea peraltro ampie distese di schiuma bianca viola in maniera spudorata il decreto interministeriale istitutivo dell’area, che vieta
l’alterazione, con qualsiasi mezzo, diretta o indiretta, dell’ambiente geofisico e delle caratteristiche chimiche e biologiche delle acque, nonché la discarica di rifiuti solidi o liquidi e in genere l’immissione di qualsiasi sostanza che possa modificare, anche transitoriamente, le caratteristiche dell’ambiente marino.
E non c’è certo bisogno di ricorrere al decreto per intuire l’assurdità della decisione di scaricare per due mesi liquami e acque non depurate e non filtrate nella area marina protetta pugliese. Ci si chiederà qual è la causa di questo nuovo scandalo: questa volta non abbiamo a che fare con una grossa industria, ma con la regione Puglia stessa. Il 22 settembre è stato lanciato il depuratore dell’acquedotto pugliese dove vengono conguagliate le acque fognarie di San Michele Salentino, San Vito dei Normanni e presto anche quelle di Carovigno. Da tante case al mare ecco i liquami scaricati nella zona protetta senza alcuna depurazione, come denunciano gli esponenti del consorzio. Si parla di 10 mila metri cubi di acque da scaricare ogni giorno nel canale Reale della riserva naturale, dopo averle depurate. Si può quindi facilmente capire quali incredibili danni si stiano attualmente causando all’area protetta, e quanti ancora se ne causeranno nei prossimi due mesi.
Il tutto, come anticipato, con l’okay della Regione Puglia, che lo scorso due settembre ha dato via libera all’acquedotto pugliese. E adesso ci si ritrova già con una sospensione delle autorizzazioni per la pesca sportiva, dato che non si conosce l’impatto dell’inquinamento sugli stock ittici, e con un’area che, finché il depuratore non inizierà a funzionare, potrebbe ritrovarsi violentata. Giovedì scorso è avvenuto un sabotaggio della struttura, e l’acquedotto pugliese si è espresso come segue
Il nuovo depuratore consortile di Carovigno è un presidio sanitario a tutela del territorio e della qualità di vita complessiva dell’area servita, con l’esclusivo compito di restituire al loro ciclo naturale e con modalità compatibili e rispettose dell’ambiente.
Parole che lasciano il tempo che trovano: i video e le foto parlano chiaro, e se il progetto potrebbe risultare positivo una volta in moto il processo di depurazione, resta assolutamente ingiustificabile lo scarico di acque non filtrate vicino alla costa in piena area protetta. I gestori della riserva chiedono che lo scarico venga spostato a due chilometri dalla costa per non danneggiare la prateria di posidonia, ma su questo punto non sarà semplice ottenere risultati. Nel frattempo si chiede a gran voce e si spera in rapide contromisure contro l’attuale inquinamento nella zona, ben documentato dai due video riportati in basso.
Photo credits | Pagina Facebook Torre Guaceto