Dopo l’uragano Sandy, gli americani si sono resi conto che non possono rimanere esposti come hanno fatto finora alle intemperie. Specialmente perché non si tratta più di eventi isolati ma saranno sempre più comuni nei prossimi anni. Per questo stanno studiando un modo per limitare i danni delle alluvioni susseguenti alle tempeste, come quella che ha lasciato sotto l’acqua per diversi giorni tutta la zona meridionale di Manhattan. Il problema, come spiega Catherine Seavitt Nordenson, docente associato di architettura del paesaggio presso il City College di New York, è che la soluzione prospettata potrebbe essere peggiore dell’uragano stesso.
L’idea è di seguire l’esempio di Londra che con la barriera sul Tamigi ha di fatto eliminato ogni possibilità che una piena possa distruggere tutto ciò che c’è intorno. Realizzare un impianto simile nella Lower Manhattan però può significare solo una cosa: spostare l’acqua verso le zone limitrofe. In pratica per salvare Wall Street si peggiorerebbero le inondazioni nel New Jersey, a Brooklyn e nelle altre zone che circondano l’isola.
Se le barriere proteggeranno Lower Manhattan, si aumenterà l’impatto nelle altre zone. Tutto, al di fuori della zona di protezione, sarebbe in pericolo perché l’acqua non viene ridotta, si sposta solo da qualche altra parte. E’ una questione di giustizia ambientale
spiega la docente. Dunque come fare per evitare che l’innalzamento del livello del mare, combinato con le tempeste tropicali, costringano a chiudere la Borsa di New York ed i più importanti uffici mondiali per diversi giorni all’anno? Semplice, seguendo l’esempio della natura.
Oltre alle infrastrutture “dure”, come appunto le barriere, bisogna lavorare anche sulle infrastrutture “morbide” che consistono nel ripristino e nell’ampliamento delle zone umide, creazione di scogliere ed arcipelaghi artificiali, seminare le ostriche, dragare e rendere più profondo lo spazio del porto. Queste sono soltanto alcune idee “naturali” che possono essere tentate per dissipare l’acqua, ridurre l’energia della tempesta, ed evitare guai peggiori.
[Fonte: Treehugger]