Energia eolica. Energia pulita. Energia rinnovabile. Nuovi posti di lavoro. Si, è proprio un vento di cambiamento quello che spira sull’Unione Europea, che soffia per portare un’ondata di freschezza sulla monotonia di vedute e sulla fase di stallo che la rivoluzione ecologica sembra stia attraversando a causa della crisi economica.
Cinquecento milioni di euro sono stati stanziati dalla Commissione Europea per i progetti eolici offshore. E la nota positiva è che i fondi sono destinati alla ripresa economica. Non si parla più di denaro da buttare a fondo perduto nell’ambientalismo e nell’ecologia, come se si stesse facendo beneficenza. Finalmente ci sono progetti con un ritorno economico, c’è concretezza. Che finalmente economia possa far rima e soprattutto pace con ecologia?
Sarà che il verde di Obama sta contagiando un po’ tutto il mondo, sarà che per forza di cose non si può continuare sulla vecchia rotta, fatto sta che il cambiamento è arrivato, desiderato e auspicato da tempo, da anni, oggi è una chiamata a cui non ci si può sottrarre. Cambiare è indispensabile e forse per questo risulta più facile trovare soluzioni e soprattutto i soldi quando ci servono, quando non si può rimandare ancora una volta tutto a domani. Soddisfatta per non dire entusiasta di questo stanziamento per l’eolico è l’Ewea, European Wind Energy Association, che prevede che nel 2030 l’energia eolica proveniente dai parchi marini fornirà il 15% dell’intero fabbisogno energetico europeo. Parchi marini come quelli costruiti nel mar del Nord che hanno già creato centinaia di posti di lavoro e tanta energia pulita.
L’idea è quella di potenziare ulteriormente i parchi offshore già esistenti e di crearne di ulteriori. Nuova energia. Nuova linfa. Nuovo vento da incanalare, finalmente, per risollevarci da questa crisi, uscendone, magari, persino, con un mondo più pulito. Entro il 2020 il 12/14% dell’energia elettrica prodotta in Europa verrà dall’eolico. Poco male, no?
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