Con rinaturazione si intendono tutte quelle operazioni volte al risanamento ambientale tramite l’installazione di nuova vegetazione e la riduzione delle cause del degrado del luogo. Questo processo si pone l’obiettivo di instaurare le relazioni ecologiche in aree particolarmente problematiche e rovinate.
Così facendo si ricrea un ambiente nuovo e più adatto per la flora e per la fauna del posto, grazie soprattutto allo studio naturalistico della zona presa in considerazione e la progettazione dei diversi interventi, tra cui ad esempio la creazione di vivai per le piante autoctone. L’intero processo mira all’instaurazione di un cambiamento naturale, senza dover intervenire successivamente. È bene considerare che la rinaturazione non serve unicamente a proteggere le aree più colpite dal degrado, ma anche espandere le aree più complesse dal punto di vista naturalistico e collegarle tra loro, permettendo alla natura di riappropriarsi del territorio. In sintesi, si cerca di non confinare gli spazi naturali a piccole zone distribuite “a macchia” lungo il territorio, ma costruire una vera e propria rete in grado di accogliere tutte le specie animali e l’uomo.
In cosa consiste un progetto di rinaturazione
L’emergenza ambientale che più è stata oggetto di discussione nell’ultimo decennio è sicuramente la salvaguardia della biodiversità, la quale è in costante pericolo in ogni zona del mondo. È proprio in questo caso che intervengono i progetti di rinaturazione e creazione di corridoi verdi. È importante in quest’ottica affiancare alle iniziative di sviluppo sociale ed economico anche un’opera di recupero ambientale; su questo punto gli esempi europei e italiani di progetti che affiancano al rafforzamento della fauna e della flora anche lo sviluppo del turismo sostenibile sono svariati. Ne è un esempio ReNature Italy, il progetto di rinaturazione promosso da Procter&Gamble insieme al WWF Italia. L’obiettivo è molto ambizioso e prevede la riqualificazione ambientale di oltre 1milione di mq di aree verdi, tutelando così il 30% della biodiversità italiana entro il 2030, tramite il ripristino degli habitat più degradati o addirittura distrutti. Un’opportunità importante per l’Italia, se si considera che il nostro paese è un’importante culla della biodiversità animale a livello europeo.
La riqualificazione può avvenire poi anche tramite la valorizzazione delle vie storiche della pastorizia e dell’agricoltura che oggi non vengono più sfruttate.
Rinaturazione del Po
Tra i più grandi progetti di rinaturazione fatti in Italia troviamo sicuramente quello che vede protagonista il Po. Nell’ottobre del 2021 infatti, il Ministero della Transazione ecologica (MiTE) ha firmato il progetto per la rinaturazione dell’area del Po, il quale coinvolgerà tutti gli enti di competenza del Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Si tratta di un progetto importante e dal valore di circa 360 milioni di euro, uno degli impegni più grandi previsti dal piano nazionale di ripresa e resilienza. L’investimento interesserà tutto il bacino del fiume, dove sono presenti 37 Siti Natura 2000 e la Riversa MAB Po Grande. Si tratta di un intervento in grado di apportare un vero miglioramento all’ecosistema fluviale, della navigazione e della sicurezza, oltre a portare numerosi benefici per gli abitanti e per i turisti.
Il progetto è stato elaborato da WWF Italia e da Anepla (Associazione Nazionale Estrattori Produttori Lapidei Affini di Confindustria), naturalmente con la collaborazione istituzionale dell’Autorità di Bacino distrettuale del Po e di AIPo (Agenzia Interregionale per il Po, che riunisce le Regioni attraversate dal Po).
La particolarità del progetto consiste nell’unione tra il mondo ambientalista e il mondo delle imprese, che già agli inizi degli anni 2000 portò a una proposta congiunta di Direttiva tecnica per la rinaturazione del Po.
Gli obiettivi del progetto sono svariati, tra questi troviamo l’instaurazione di un nuovo equilibrio tra i processi morfologici attivi tramite la riduzione dei pennelli per la navigazione, i quali sono diventati ormai troppo alti per essere sormontati dalle portate del Po. Questi verranno quindi adeguati per consentire le condizioni di navigabilità. Si aggiungono il miglioramento delle condizioni di sicurezza idraulica tramite la diminuzione delle sollecitazioni idrodinamiche in corrispondenza delle arginature e il recupero del corridoio ecologico.
Alessandra Prampolini, direttrice generale del WWF Italia, definisce il progetto come “assolutamente strategico” e “che costituisce un ottimo biglietto da visita dell’Italia in Europa, nel quale si coniugano le esigenze di riqualificazione ambientale e di ripristino dei servizi ecosistemici e si contribuisce a ridurre il rischio idrogeologico. La Rinaturazione del Po è un progetto pilota che può essere replicato lungo tutti i principali fiumi d’Italia e favorire una vasta e concreta azione per invertire la curva della perdita di biodiversità e per l’adattamento ai cambiamenti climatici”