In occasione delle Primarie del Partito Democratico Greenpeace ha effettuato un sondaggio sui votanti che si apprestavano a porre la propria preferenza alle urne. Stando alle domande poste agli oltre duemila elettori di sinistra, pare proprio che l’argomento preponderante, o almeno uno dei principali, è l’ambiente. Ha avuto successo la campagna di qualche giorno fa sulla politica energetica dato che il 97% degli elettori si è detto disponibile a puntare su chi, eventualmente da presidente del Consiglio, non investirà sulle industrie sporche.
Qualche giorno fa infatti l’associazione ambientalista aveva avviato una campagna per dire ai candidati del PD (ed anche a quelli del PDL) “noi non vi votiamo” se puntate su carbone o petrolio. E a quanto pare gli elettori sono d’accordo con questa strategia. Manca però una chiarezza sui piani energetici dei candidati, dato che nel dibattito televisivo c’è stato solo un cenno al nucleare di Renzi che affermò che non ci pensava affatto.
Tra gli impegni che gli elettori chiedono non c’è solo evitare di investire nell’industria sporca, ma chiedono anche di ridurre gli investimenti esistenti. L’obiettivo al momento sembra proteggere il Mediterraneo preso d’assalto dalle trivelle, perché il futuro sono le rinnovabili, come hanno dimostrato le percentuali bulgare degli elettori: il 99% crede in questa forma energetica.
Gli elettori del centrosinistra ci hanno detto la loro in maniera molto chiara. Renzi e Bersani, in oltre due settimane, non hanno trovato tempo per rispondere a un semplice questionario, per mettere 9 crocette e dirci sì o no agli impegni che sollecitiamo loro. Non solo: stanno mancando di rispondere a 25 mila cittadini che in una sola settimana gli hanno scritto firmando la nostra petizione. Non sono in grado di prendere posizioni chiare neppure quando chiedono il consenso dei cittadini?
si è chiesto Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. Vedremo se in occasione del ballottaggio Bersani e Renzi saranno più chiari.
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