Dopo due anni di silenzio più o meno totale, la Ministra dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha deciso di darsi da fare, e prendere in mano una situazione che le stava definitivamente sfuggendo. Vedendo che in quasi tutti gli altri Paesi del mondo la politica, ed i vari suoi colleghi ministri, si stavano dando da fare per ridurre le emissioni e per raggiungere i vari obiettivi ambientali, ha tentato la via della politica, inutilmente.
I richiami al Governo non sono serviti a nulla. Si sa che Berlusconi e colleghi dall’orecchio dell’ambiente non ci sentono, e siccome sono impegnati in ben altre faccende, la Prestigiacomo si è finalmente decisa a cambiare tattica e ad impegnarsi in prima persona. Da qualche mese sta girando l’Italia per chiudere accordi con le varie imprese su una diminuzione delle emissioni. In pratica se la politica non ci dà una mano, facciamo da soli. E’ questo il pensiero che sta alla base dell’accordo. Un accordo che, al momento, ha già coinvolto 28 tra le più grandi aziende del Paese, e che ha ottenuto anche la “benedizione” del presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia.
Il piano prevede 12 miliardi di euro di interventi per far adeguare le 28 aziende (che si spera possano diventare molte di più) alla lotta contro i cambiamenti climatici, e quindi produzione più pulita, meno emissioni, ecc. L’obiettivo è di abbattere del 25% l’inquinamento, così come proposto con il protocollo di Kyoto, ed avvicinarsi il più possibile all’obiettivo posto dall’Unione Europea di raggiungere un -30% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020.
Occorre far diventare di moda gli investimenti ambientali. Bisogna mettere il tappeto rosso a tutto ciò che è sostenibile e superare la condizione di nicchia
ha dichiarato la Ministra, e noi siamo pienamente d’accordo, visto che è la strategia attuata negli Stati Uniti. In California ad esempio, questa corsa all’ecologia ha portato sempre più aziende a diventare ad emissioni zero o quasi, facendo risultare oggi lo Stato di Schwarznegger il più pulito al mondo.
A questo punto l’appello della Prestigiacomo non si sofferma solo sul territorio nazionale, ma va oltre, chiedendo anche agli altri Paesi, Stati Uniti in primis, di adeguarsi agli sforzi fatti dall’Europa.
non è una battaglia di target di emissioni, la sfida è quella di un modello di sviluppo, ma gli oneri vanno equamente ripartiti.
Per una volta possiamo dirci d’accordo con il Ministro dell’Ambiente, e chissà che finalmente non abbia dato avvio ad una svolta ecologica anche in Italia.
Fonte: [Ansa]