Torna a spingere sulle rinnovabili, il presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama e lo fa nel suo tradizionale discorso radiofonico del sabato, parlando alla Nazione dell’importanza, per il mercato del lavoro, di puntare sulle energie alternative che possono creare centinaia di migliaia di posti di lavoro.
L’industria verde ha potenzialità di crescita infinite nei prossimi anni e si configura, quasi necessariamente, come il futuro produttivo del Paese:
Non c’è forse un’industria con maggiori possibilità di creare ora posti di lavoro, e crescita nei prossimi anni, di quella dell’energia pulita.
Di recente Obama è stato contestato per aver rifiutato l’installazione di pannelli solari sul tetto della Casa Bianca. Un rifiuto, il suo, strumentalizzato perché, a detta del suo staff, il Presidente ha in mente una riqualificazione energetica ben più massiccia e complessa per il palazzo presidenziale. I suoi piani per il prossimo futuro, intanto, in vista obiettivi 2012, mirano a creare centinaia di nuovi impieghi nel settore della green energy, contrastando apertamente il pacchetto di riduzione degli stimoli all’economia previsto nel programma elettorale repubblicano. E già si preannuncia una dura battaglia.
Sin da quando ho iniziato il mio mandato la mia amministrazione ha avviato un impegno storico per promuovere l’energia pulita, questo significherà centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro in America nel 2012.
Lo sviluppo dell’industria delle energie rinnovabili è per Obama un passo obbligato, sia per incrementare il mercato del lavoro, creando nuovi posti ed arginando il fenomeno della disoccupazione ormai dilagante negli USA a causa della grave crisi economica degli ultimi anni, sia intesa come una decisione lungimirante che è nell’interesse nazionale dell’America, in special modo una misura necessaria a liberare le famiglie che da decenni sono
tenute in ostaggio del prezzo del gas e del petrolio, mentre paesi come la Cina, l’India e la Germania hanno attirato le compagnie offrendo altamente qualificati.
[Fonte: Adnkronos]
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