Formentera è una delle località turistiche più famose al mondo, non solo perché è frequentata da vip e per i locali alla moda, ma anche per la bellezza dei suoi paesaggi. E buona parte di questa bellezza la si deve alla flora marina che la caratterizza, come la Posidonia oceanica, una pianta “maltrattata” negli ultimi anni e che ora rischia di sparire in breve tempo.
In particolare, secondo la denuncia di Manu San Felix (biologo marino) e del cattedratico Carlos Duarte, allo stato attuale le rimangono appena 3-4 anni di vita prima che si estingua. In questo caso sarebbe una tragedia non solo per i botanici o per le acque spagnole, ma per tutto il Mediterraneo, dato che questa pianta ha un ruolo fondamentale nella regolazione degli ecosistemi costieri del nostro mare. La perdita verrebbe a pesare anche sulle casse di Formentera e della sua regione per un miliardo di euro stimato, visto che l’azione della Posidonia incide sulla pesca, produzione di materia organica, sulle coste e persino sul turismo, visto che si tratta di una delle principali attrazioni per gli amanti delle immersioni.
Per questo ora il network internazionale Posidonia Project ha avviato una serie di azioni per sensibilizzare il pubblico sul tema, in particolare con un festival (che quest’anno si è tenuto a luglio in Sardegna), dedicato all’Arte, Ambiente e Sviluppo sostenibile.
Posidonia Project ringrazia tutti i protagonisti di queste iniziative che portano avanti azioni con un obiettivo comune importantissimo, e mette le proprie risorse a disposizione per raggiungere insieme l’obiettivo di invertire la tendenza alla riduzione della superficie totale di Posidonia oceanica nel Mar Mediterraneo entro il 2014, partendo proprio dalla salvaguardia delle piante di Posidonia di Formentera, fra le quali si annovera l’essere vivente più antico conosciuto al mondo (con un estensione di 8 km e circa 100mila anni di vita), dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1999
si legge sul comunicato dell’organizzazione. Ma cosa sta scatenando questa distruzione? Prima di tutto è il traffico di barche a danneggiarla maggiormente, con una confusione di natanti parcheggiati senza regole che soffoca le piante marine. Senza contare l’ancoraggio e gli inquinanti rilasciati in mare. L’effetto è talmente evidente che si calcola che tra il 30 ed il 40% della superficie totale di Posidonia oceanica presente sui fondali di Formentera sia stata distrutta, sradicata e affossata dalle ancore in pochi anni.
L’esempio più lampante è stato quello dello yacht Turama, una imbarcazione lunga 100 metri che, da sola, si calcola sia riuscita a distruggere 10 mila metri quadrati di Posidonia in un solo giorno. Ciò non toglie che barche più piccole possano essere ugualmente dannose. Per questo è importante informare la popolazione e i turisti a rispettare la flora marina, e magari creare un’area protetta dove questa pianta possa crescere ed evitare di sparire per sempre.
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