Sequestrato il Porto commerciale di Molfetta: la struttura in fase di costruzione al centro dell’indagine che ha portato, per il momento, a 2 arresti e 50 indagati, tra cui anche il presidente della commissione Bilancio del Senato, Antonio Azzolini.
Agli arresti per la vicenda del porto commerciale di Molfetta sono finiti l’ex dirigente dei lavori pubblici Vincenzo Balducci, il procuratore speciale dell’azienda Cmc, nonché direttore stesso del cantiere, Giorgio Calderoni. Le accuse sono diverse, si va da associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello stato alle violazioni ambientali, dall’abuso d’ufficio a reati contro la fede pubblica e frode in pubbliche forniture.
Perché si parla di truffa? A quanto sembra i 147 milioni di euro in finanziamenti percepiti per la costruzione del nuovo porto non sarebbero stati utilizzati a tal fine, ma per risanare le casse comunali, e non solo, gli 82 milioni percepiti fino a questo momento sarebbero giunti con il favore di atti illeciti. L’opera doveva costare solo 72 milioni di euro. Le forze dell’ordine hanno bloccato, intanto, 33 milioni di finanziamenti non ancora elargiti.
Il presidente della commissione Bilancio del Senato e membro del PDL Antonio Azzolini, avrebbe definito le accuse di truffa come “sciocchezze”. Ma come abbiamo anticipato, in ballo ci sono anche violazioni di carattere ambientale. Di fatti diversamente da quanto preventivato l’area di espansione del porto ha finito per invadere il perimetro del sito di interesse comunitario, per via della presenza di Posidonia, denominato Posidonio San Vito, e inoltre i materiali derivati dal dragaggio sembra non siano stati smaltiti come previsto dalla legge ma riversati in una colata in bella compagnia di ordigni e proiettili.
Difatti il progetto, che in teoria avrebbe dovuto concludersi nel 2012, è ancora al 60% dell’avanzamento, e secondo le autorità non si esclude la possibilità che, anche a causa degli ordigni bellici nei fondali, il tutto non finisca per non vedere mai il completamento.
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