Il GSE, il Gestore dei Servizi Energetici, ha lanciato un nuovo portale, Corrente 2.0, dedicato agli operatori della filiera italiana delle energie rinnovabili. Inaugurato lo scorso giugno dietro impulso del Ministero dello Sviluppo Economico e con all’attivo già 620 aziende aderenti, il sito corrente.gse.it si è rinnovato nella veste grafica e nei contenuti. Del cambio di look e degli obiettivi del portale GSE dedicato alle rinnovabili si è parlato ieri a Palazzo Mezzanotte, a Milano, nell’ambito del convegno Scenari di sviluppo e opportunità di investimento, promosso in collaborazione con Borsa Italiana.
La mission del portale, spiega il GSE in una nota, è di proiettare verso i mercati internazionali le imprese italiane attive nel settore delle rinnovabili, una vetrina che esponga il made in Italy aprendolo alle numerose opportunità provenienti dall’estero ed al contempo rafforzandone la competitività tecnologica e commerciale.
Perché Corrente 2.0 ce lo spiega il presidente del GSE, Emilio Cremona, sottolineando che il Gestore dei Servizi Energetici ha tra le sue funzioni proprio quella di promuovere l’attività nel settore delle rinnovabili:
In questa ottica abbiamo creato il portale Corrente al quale hanno aderito più di 600 imprese che rappresentano circa 80 miliardi di euro di fatturato e oltre 150 mila addetti.
La rete è un trampolino di lancio strategico in questo settore ed è fondamentale, per rimanere competitivi, esportare know-how, conoscere e farsi conoscere.
Il portale, illustra Cremona, ha lo scopo di mettere in risalto via internet tutte le imprese italiane in modo da poterle proporre in tutte quelle sedi in cui il GSE è chiamato ad esporre la posizione italiana, non ultimo in campo internazionale.
Esempi concreti di quanto Corrente 2.0 possa rappresentare una vetrina in centro per il mercato delle rinnovabili italiano?
Siamo stati chiamati dal governo marocchino, tunisimo, dell’Egitto, da quelli dei Balcani a parlare di energia. Essere presenti come GSE e poter dire che in Italia esiste questa grande risorsa che sono le 600 imprese italiane è un fattore sicuramente di aiuto a tutto il sistema, spiega Cremona.