Dopo il no definitivo del ministro Corrado Clini per la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina, le associazioni ambientaliste tornano sul piede di guerra perché, va bene evitare la costruzione del ponte che avrebbe comportato la perdita di verde e suolo pubblico, ma…non si pensa allo spreco di denaro pubblico dovuto alla proroga dei termini per l’approvazione del progetto? Legambiente parla di “decisione sbagliata, contraria all’interesse del Paese”; Wwf definisce la decisione “pilatesca e degna di un governo della prima repubblica”, “ingiustificabile per un governo di tecnici”.
Secondo Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, il governo non dovrebbe prorogare ulteriormente la realizzazione del ponte sullo stretto, ma semplicemente bocciare il progetto “perché tecnicamente irrealizzabile e dai costi insostenibili”. Per quel che riguarda la Società Stretto di Messina, l’associazione ambientalista ritiente la sua esistenza legata solamente alla pressione
della lobby del Ponte e di quel pezzo della Maggioranza che ha sostenuto per anni questo assurdo progetto.
Progetto che dall’idea dell’allora premier Berlusconi non si riesce a venire fuori: si farà o no questo ponte? Certo, è che nell’Italia dell’indecisioni e delle proroghe non stupisce che anche per questo progetto si tenda allo “scarica barile” ossia nessuno si vuol prendere la responsabilità di decidere e, chiaramente, chi ci rimette siamo noi contribuenti che in un periodo non certo roseo per la nostra economia dobbiamo anche pagare una penale di 300 milioni di euro alle imprese coinvolte nel progetto del ponte. Le polemiche alla decisione presa quasi di nascosto ieri nel tardo pomeriggio sono arrivate da più parti, Angelo Bonelli dei Verdi si chiede come sia
Possibile che un governo che taglia i fondi per l’assistenza ai malati di Sla, non cancelli immediatamente un’opera che costerà 8,5 miliardi e che rappresenta la sagra dello spreco e dell’inutilità.
Nichi Vendola dal canto suo definisce la decisione
Sbagliata. Anzi, una non decisione.
E allora, cosa fare?
[Fonte: La Stampa]
[Foto: piervincenzocanale su Flickr]
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