Siamo ormai passati dalla classica affermazione “l’inquinamento fa male”, all’analizzare cosa significa inquinamento. Così, andando a scoprire tutte le varie sfaccettature di questo problema di cui non ci libereremo tanto presto, scopriamo che probabilmente il pericolo maggiore arriva dall’aria che respiriamo, ed in particolare dai Pm10, meglio conosciute come polveri sottili.
Secondo un’indagine effettuata da Epiair è risultato che queste particelle che entrano facilmente nelle nostre vie respiratorie e comportano diversi danni, tra cui anche alcuni tumori, fanno molto più male al Sud che al Nord Italia. In particolare, tra le prime 10 città analizzate in questa ricerca che verrà replicata e allargata per il periodo 2010-2012, pare che il Pm10 provochi maggiori danni nella città di Palermo, e minori in quella di Milano.
Secondo Ennio Cadum, coordinatore della ricerca e responsabile dell’osservatorio epidemiologico regionale del Piemonte, una delle spiegazioni di tale fenomeno è che
al Sud le finestre si tengono spesso più aperte e quindi l’inquinamento esterno entra in casa e la radiazione solare comporta la concentrazione di componenti.
In particolare i Pm10, una volta entrati nel corpo umano, sono in grado di causare, nell’arco di un paio di giorni, alcune patologie cardiache (infarto, angina e scompenso cardiaco), mentre più a lungo termine comportano patologie respiratorie (polmoniti e bronchiti). L’effetto più lampante è la concentrazione di attacchi d’asma nei bambini nelle città inquinate, molto più alto rispetto a quelli che vivono in campagna, ma anche i tassi di mortalità dove è più presente l’inquinamento sono molto preoccupanti.
Secondo le stime infatti, il tasso di mortalità aumenta dello 0,7% ad ogni incremento di 10 microgrammi al metro cubo di Pm10, più del doppio rispetto a quanto si pensava in precedenza.
Per risolvere tale problema le soluzioni presentate sono le cosiddette “domeniche educative“, cioè iniziative simili a quelle viste recentemente, con giornate senza auto, ma che in più servano per fornire informazioni alla cittadinanza sulle problematiche ambientali; estensione delle cosiddette “ZTL” (zone a traffico limitato), l’utilizzo delle targhe alterne ed il monitoraggio delle sostanze chimiche nell’aria.
Questa prima ricerca ha preso in considerazione le città di Torino, Milano, Venezia-Mestre, Bologna, Firenze, Pisa, Roma, Taranto, Palermo e Cagliari, mentre la prossima aggiungerà anche osservazioni da Trieste, Genova, Ancona, Napoli e Bari.
Fonte: [Ansa]
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