E’ appena tornato da una spedizione attraverso il Pacifico settentrionale Tim Silverwood, l’ambientalista australiano, che ha preso a cuore l’isola di spazzatura più grande al mondo, il North Pacific Gyre, o vertice di immondizia, come viene denominato l’accumulo di rifiuti costituito principalmente di plastica, che le correnti oceaniche hanno convogliato nel Pacifico settentrionale. L’isola di plastica, purtroppo non l’unica che galleggia nei nostri mari, ha raggiunto le dimensioni di quasi un milione di kmq, pari circa al doppio della Francia.
L’ambientalista Tim Silverwood è appena tornato dalla spedizione nell’oceano Pacifico navigando dalle isole Hawaii al Canada, per documentare la situazione del Great Pacific Garbage Patch. La situazione è sempre più preoccupante visto che oramai i rifiuti di plastica sono visibili anche da alcuni punti della terraferma, come ha affermato lo stesso Silverwood
Il vortice rotante di plastica si accumula dove le correnti oceaniche si incontrano. Ha un centro stimato a circa un milione di kmq che continua a crescere in misura esponenziale. Se fosse un’isola si potrebbe andare lì e pulirla, ma è fisicamente impossibile da pulire. La natura della plastica è di non essere bodegradabile, ma di degradarsi alla luce, diventando molto friabile.
E di frammenti di plastica ne sono stati trovati molti. L’area di monitoraggio analizzata da Silverwood e la sua equipe di ricerca ha interessato circa 5.000 km di superficie, e rifiuti in materia plastica sono stati trovati anche sotto la superficie marina. La situazione non è preoccupante solo per l’ecosistema marino, ma anche per la nostra salute perché, chiaramente, quei rifiuti ingeriti dalle specie ittiche finiscono anche sulle nostre tavole, come spiega Silverwood
E’ sempre più preoccupante pensare a cosa questo possa significare per noi, perché queste particelle, che contengono costanze chimiche tossiche e cancerogene, vengono consumate da ogni forma di vita, comprese le specie che fanno parte del nostro cibo.
[Fonte: Ansa]