Le tonnellate di plastica che ricoprono gli oceani sono tristemente note a tutti. Allo stesso modo si sa benissimo che molti animali acquatici, come i pesci o le tartarughe, muoiano tra atroci sofferenze a causa dell’ingestione delle buste di plastica o per soffocamento. Ma la novità che ci giunge in questi giorni dagli Stati Uniti riguarda gli uccelli marini. Ebbene sì, anche loro rischiano di morire a causa dell’inquinamento dei mari.
Il fenomeno è divenuto piuttosto evidente nel Nord-Ovest del Paese dove si stanno rilevando tassi di morte tra gli uccelli marini più alti al mondo. A denunciarlo è l’American Bird Conservancy che ha rilevato dati per due anni in collaborazione con la University of Columbia. Durante questi anni sono stati registrati decine di decessi di una specie particolare di uccello marino, il fulmaro del Nord, la cui causa del decesso è stata sempre la stessa: ingerimento di buste di plastica.
L’inquinamento dei mari va avanti senza sosta da circa 40 anni, da quando cioè la plastica monouso è diventata un’abitudine in Nordamerica, e milioni di sacchetti vengono gettati ovunque, finendo inevitabilmente in mare. Oggi infatti è possibile avvistare delle vere e proprie isole composte da plastica ed altri rifiuti, pericolossissimi per questi uccelli, i quali restano feriti o soffocati dai detriti.
I ricercatori hanno scoperto che gli uccelli morti avevano ingerito una media di 0,385 grammi di plastica nel periodo dello studio degli anni 2009 e 2010, rispetto agli 0,12 grammi rilevati in uno studio del 1987 e agli 0,04 grammi di uno studio del periodo 1969 -1977. L’incidenza dell’ingestione di plastica è purtroppo una tendenza al rialzo. Un altro studio ha infatti scoperto che nel periodo 1968-1977 il numero di fulmari che aveva ingerito della plastica ammontava a circa il 57,9%. Questo numero è salito all’84,2% nel 1988-1989, fino al tremendo 92,5% del 2009-2010. In pratica è diventato rarissimo trovare un fulmaro che non abbia ingerito della plastica.
[Fonte: Treehugger]
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