Gli imballaggi per alimenti e altri articoli monouso in plastica potrebbero presto essere compostati a casa insieme agli altri rifiuti organici, grazie ad un nuovo polimero composto da zuccheri.
Il polimero degradabile è costituito da zuccheri noti come biomasse lignocellulosiche, che provengono da colture non alimentari come alberi a crescita rapida ed erbe, o da fonti rinnovabili prodotte da biomasse agricole o da rifiuti alimentari.
È stato sviluppato presso l’Imperial College di Londra da un team di scienziati che fa parte dell’Engineering and Physical Sciences Research Council, guidato da Charlotte Williams. La ricerca di materie plastiche verdi, in particolare per gli oggetti monouso, come gli imballaggi alimentari, è oggetto di importanti ricerche in tutto il mondo.
“Questo campo di ricerca è stimolato non solo da un punto di vista ambientale, ma anche per ragioni economiche e di approvvigionamento” spiega la dottoressa Williams.
Circa il 7% del petrolio mondiale e le risorse di gas vengono infatte impiegate nel processo di fabbricazione della plastica, con una produzione a livello mondiale superiore a 150 milioni di tonnellate all’anno. Quasi il 99% delle materie plastiche sono formate da combustibili fossili.
“La nostra scoperta è stata fondamentale nella ricerca di un modo per utilizzare colture non alimentari per formare un polimero, in quanto vi sono questioni etiche relative all’utilizzo di fonti di cibo in questo modo”, ha dichiarato la Williams.
Le attuali plastiche biorinnovabili utilizzano infatti colture come mais o barbabietola da zucchero.
“Per la plastica, per essere utile doveva essere un prodotto disponibile in grandi volumi, il che è stato tecnicamente impegnativo. Ci sono voluti tre anni e mezzo per noi, per ottenere un rendimento di circa l’80% con basso consumo energetico, con un processo che prevedeva scarso utilizzo di acqua”, spiega la dottoressa Williams.
Il nuovo polimero ricco di ossigeno e zuccheri permette di assorbire l’acqua e di degradarsi in prodotti innocui, il che significa che può essere gettato nel compostaggio di casa o utilizzato per fertilizzare il giardino.
Poiché il nuovo polimero può essere fatto a partire da materiali economici o da rifiuti è decisamente meno costoso rispetto alle plastiche a base petrolchimica.
Inoltre, questo polimero non è affatto tossico per l’organismo.
“Lo sviluppo del materiale è molto promettente e sono ottimista sul fatto che la tecnologia potrebbe essere utilizzata entro i due ed i cinque anni”, conclude la Williams, che sta già lavorando con una serie di partners commerciali ed è intenzionata a coinvolgere altre industrie interessate al materiale.
[Fonte: Sciencedaily]
pippo 31 Dicembre 2010 il 12:58 pm
http://www.tecnologiaericerca.com/2010/12/31/normativa-per-le-buste-biodegradabili-la-uni-en-13432/
questa è la normativa dopo il milleproroghe???
Thorsten 1 Marzo 2017 il 1:25 am
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