La Roncadin, azienda friulana specializzata in pizze surgelate, ha annunciato di aver sfornato la prima pizza verde in Italia. La denominazione di pizza verde è stata auto-assegnata in quanto il forno in cui è stata cotta è un forno solare, cioè alimentato da un impianto 100% fotovoltaico che permette di risparmiare 6.785 tonnellate di CO2 all’anno. A dir la verità più che di pizza verde, si dovrebbe parlare di metodo di cottura verde, dato che di ecologico ha poco altro.
Per potersi definire ecologica infatti, una pizza dovrebbe essere completamente ad emissioni zero, dunque oltre ad ingredienti locali, deve fare a meno di ingredienti come salame o altri tipi di insaccati che, ammesso che derivino da allevamenti a chilometro zero, emettono comunque parecchia CO2. Ma anche ammesso che questa venisse compensata con alberi piantati o con il processo di cottura che evita l’inquinamento, c’è dell’altro che smonta la tesi della pizza verde.
Infatti un’azienda specializzata in pizze surgelate, tutto è tranne che ecologica. Il processo di surgelamento richiede temperature molto basse, e per raggiungerle bisogna sprecare un sacco di energia. A questo poi si aggiunge il trasporto, dato che non si tratta di un alimento consumato sul posto come può esserlo una pizza consumata in pizzeria, ma essendo surgelata, si presume venga venduta in tutto il Paese o anche all’estero (secondo i dati aziendali persino negli Stati Uniti ed in Giappone), e di conseguenza le emissioni di CO2 lievitano notevolmente.
Insomma, se il processo di cottura è sostenibile e sicuramente lodevole, non lo è tutto il resto della produzione. Attendiamo che qualche pizzeria si doti di un forno alimentato da un impianto fotovoltaico ed anche di ingredienti a chilometro zero i quali, dopo la lavorazione e la cottura, vengano anche consumati a chilometro zero. Solo allora potremo parlare veramente di pizza verde.
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