Piste ciclabili: a Milano la maggior parte è illegale

La mobilità sostenibile si fonda sulla possibilità di spostarsi in città con mezzi non inquinanti, primo fra tutti la bicicletta, e non solo sui divieti come fatto per l’Ecopass. Evidentemente però le amministrazioni che si sono susseguite in questi ultimi anni nella città di Milano non hanno molto preso in considerazione questo piccolo dettaglio. Non basta chiudere il centro cittadino alle auto inquinanti, specialmente in un periodo in cui anche i mezzi pubblici cominciano a costare tanto. Purtroppo però nel capoluogo lombardo sembra non sia possibile nemmeno prendere la bici.

La denuncia arriva dalle associazioni Ciclobby e Actl, le quali hanno effettuato una serie di rilevazioni su tutte le piste ciclabili della città pubblicate sul dossier CicloMilano. E secondo i loro calcoli, il 65% di esse sono fuori legge. In particolare ci sono ad esempio segnaletiche sbagliate, difformità nella costruzione come corsie che sbucano nel traffico, interrotte, marciapiedi in condivisione con i pedoni ed altri problemi simili che fanno diventare pericolose o a volte inutilizzabili alcune piste.

La città può vantare una buona rete di circa 135 chilometri di piste ciclabili, ma secondo lo studio appena la metà sono utilizzabili, mentre il 30% va preso solo in caso di stretta necessità, ed il 20% va assolutamente evitato.

Le condizioni della pista o la pericolosità degli accessi rendono la sua percorrenza più insidiosa della viabilità ordinaria

dunque meglio guidare nel traffico, si legge sul dossier. Non basta infatti tratteggiare una striscia gialla per terra e disegnare sulla corsia una bicicletta. C’è da tenere in considerazione prima di tutto la sicurezza su cui i ciclisti possono contare, e su cui in questi giorni in America si sta combattendo una vera e propria battaglia dopo che molti ciclisti sono morti o finiti in ospedale perché tranciati dalle auto nonostante fossero nella loro corsia. L’assessore alla mobilità Pierfrancesco Maran ha promesso che la giunta prenderà provvedimenti e che terrà in considerazione le indicazioni dello studio per migliorare la qualità delle piste ciclabili.

[Fonte: Corriere della Sera]

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