Il pinguino Happy Feet torna a casa

di Redazione 1

Vi ricordate la vicenda del pinguino imperatore che si era perso ed era stato ritrovato in Nuova Zelanda, a più di quattromila chilometri dal suo habitat naturale? Ebbene, dopo un paio di mesi di “vacanza”, tornerà a casa. Non era facile infatti trasportarlo in Antartide quando, nel giugno scorso, è stato avvistato mentre scorrazzava sulla spiaggia neozelandese. In quel periodo dell’anno la rotta per il Polo Sud era completamente ghiacciata, e così ci sono voluti due mesi per organizzarsi e aspettare che le acque fossero più ospitali.

Chiuso in una gabbia appositamente progettata a bordo di una nave da ricerca, il pinguino, che la gente del posto ha immediatamente soprannominato Happy Feet, si sta preparando per intraprendere il suo viaggio di ritorno, anche se con mezzi decisamente “umani”. Lo zoo di Wellington, dove l’uccello ha vissuto negli ultimi mesi, ha annunciato che la partenza è stata fissata per il prossimo 29 agosto.

La traversata durerà circa quattro giorni. Periodo in cui sarà costantemente monitorato da un veterinario che si preoccuperà di tenerlo “al fresco” durante tutto il tragitto. All’animale poi sarà fornito un localizzatore GPS che permetterà ai fans (e agli scienziati) di monitorarne i movimenti direttamente attraverso internet, sui siti sirtrack.com e ourfarsouth.org.

La sua storia, anche se assomiglia ad una favola, non è stata in realtà molto piacevole. L’uccello è stato trovato lontano 4.000 km dalla sua casa, ed immediatamente subito dopo il suo ritrovamento è stato costretto a subire un intervento chirurgico endoscopico per rimuovere 3kg di sabbia dal suo stomaco, perché l’aveva scambiata con la naturale neve che gli fornisce i liquidi al Polo Sud.

Nel periodo di riabilitazione è stato posto in un’area dedicata dello zoo di Wellington e seguito 24 ore 24 dalla “penguin cam” che trasmetteva le sue immagini su internet e grazie alla quale, inutile dirlo, è diventato subito il beniamino di grandi e bambini. Ora tornerà a casa, e siamo sicuri che le major ci metteranno molto poco a girare un film sulla sua storia.

[Fonte: Guardian]

Commenti (1)

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