Sembra che il picco del petrolio potrebbe essere ancora più vicino di quanto pensassimo. A rivelarlo è l’ultimo documento svelato da Wikileaks e pubblicato dal Guardian, il quale ha rivelato che i diplomatici americani sono convinti che l’Arabia Saudita abbia sopravvalutato le proprie riserve di petrolio, vantando circa un 40% in più di quanto non abbiano davvero. Un particolare che a primo impatto può sembrare insignificante, ma che può essere un duro colpo per l’economia mondiale.
L’Arabia Saudita è il più grande fornitore di petrolio al mondo, ed è considerato un po’ l’ago della bilancia del mercato perché in grado di contrastare le crisi aumentando o diminuendo le sue produzioni. Ma questa rivelazione dimostra che il Paese non può avere abbastanza petrolio per mantenere stabili i prezzi, evitando che aumentino drasticamente nel corso dei prossimi anni, anche di più di quanto non lo siano ora.
Secondo quanto scrive il Guardian:
I cables, pubblicati da Wikileaks, sollecitano Washington a prendere sul serio un avvertimento di un alto dirigente saudita del Governo che afferma che le riserve di greggio del regno potrebbero essere state sopravvalutate di ben 300 miliardi di barili, quasi il 40% […] Sadad al-Husseini, geologo ed ex capo esplorazione della Aramco, monopolista del petrolio saudita, ha incontrato il console generale americano a Riad nel novembre 2007 ed ha detto al diplomatico americano che la capacità di 12,5 milioni di barili al giorno di Aramco era necessaria per mantenere un tappo sui prezzi che non potevano aumentare.
Secondo le rivelazioni, tra il 2007 ed il 2009 Husseini ha annunciato che l’Arabia Saudita potrebbe raggiungere una produzione di 12 milioni di barili al giorno per 10 anni, ma prima di allora, forse già nel 2012, la produzione mondiale di petrolio avrà raggiunto il suo punto più alto. Dunque ricapitolando, la stima del geologo saudita è che il mondo può raggiungere il picco del petrolio entro l’anno prossimo; alcuni produttori affermando che il picco era già stato raggiunto anni fa; altri dicono che ci vorranno circa una decina d’anni affinché questo avvenga; l’esercito americano ha apertamente predetto che il mondo registrerà una grave carenza di petrolio entro il 2015. Ciò che si intende da tutti questi dati è molto chiaro: non è più un problema del “se” si raggiungerà la crisi petrolifera, ma del “quando”.
L’ufficializzazione del picco del petrolio potrebbe avere un impatto importante sull’economia globale, la quale è ancora estremamente dipendente dall’oro nero. Oggi si registrano tassi di acquisto del petrolio a 100 dollari al barile, e molti analisti sono convinti che la nazione del Medio Oriente sia in grado di mantenere più o meno stabili i prezzi immettendo sul mercato le sue scorte. Ma se quello che il documento di Wikileaks svela si rivelasse vero, il ruolo stabilizzatore del Paese arabo verrebbe meno, e potremmo registrare un incremento spaventoso del costo del petrolio che potrebbe mettere in ginocchio (di nuovo) l’economia mondiale.
[Fonte: Treehugger]
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