Le piante carnivore, anche dette insettivore, sono piante in grado di mangiare protozoi ed animali, per lo più insetti e alcune specie di piccoli ragni. Questa loro caratteristica è dovuta all’adattamento ambientale subito nel corso dei secoli. Le piante carnivore difatti sono originarie degli ambienti umidi, come paludi, rocce affioranti e torbiere, luoghi in cui il suolo presenta una forte acidità che lo priva di nutrienti e di azoto, indispensabili per la crescita delle piante. Così esse si nutrono delle proteine animali catturate dalle foglie modificate. Esistono cinque diversi tipi di trappole per la cattura degli insetti, specializzate per differenti tipi di prede.
I primi studi sulle piante insettivore risalgono alla seconda metà dell’Ottocento e allo studioso Charles Darwin. Oggi sono state identificate 600 diverse specie di piante carnivore in tutto il mondo e circa 300 specie di piante protocarnivore, con caratteristiche simili alle prime, ma tali da non potersi considerare insettivore. Le piante carnivore sono caratterizzate da foglie racchiuse a calice, dove vegono catturati gli insetti, e da radici estremamente piccole. Questo accade perché la pianta si sviluppa all’esterno, creando sempre più “trappole” per catturare gli insetti e spendendo energia nella produzione di enzimi digestivi. Il compito di assorbire i nutrienti e l’azoto è quindi affidato alle foglie, anziché alle radici. La cattura degli insetti avviene attraverso cinque tipologie differenti di trappole:
- trappole ad ascidio: gli insetti vengono catturati da foglie arrotolate a forma di caraffa che contengono enzimi digestivi e/o batteri;
- adesive: le foglie sono rivestite da una mucillagine collosa che imprigiona le prede;
- a scatto o a tagliola: un movimento molto rapido delle foglie cattura e immobilizza l’insetto;
- ad aspirazione: le prede vengono risucchiate all’interno di un utricolo, una sorta di vescica;
- a nassa: le foglie presentano dei peli che imprigionano l’insetto e lo dirigono verso l’organo digestivo.
Le trappole possono essere attive o passive, a seconda della partecipazione o meno della pianta alla cattura dell’insetto. Ad esempio le trappole adesive sono da considerarsi passive, mentre quelle a scatto attive. Ogni trappola è specializzata nella cattura di insetti volanti, del suolo, di piccole o grandi dimensioni.
[Fonti: Wikipedia; Associazione Italiana Piante Carnivore]
[Foto: Wikimedia Commons]
Commenti (1)