Occorre intervenire in Italia, come negli altri Paesi dell’Unione, per preservare l’acqua e far sì che tutti i cittadini abbiamo come diritto fondamentale e universale accesso alla risorsa. Dunque intervenire sulle reti colabrodo e sprecare meno acqua possibile. Questo è quanto ha stabilito la Commissione ambiente del Parlamento europeo specificando che l’acqua “è una risorsa condivisa del genere umano e un bene pubblico”. Gli eurodeputati chiedono di condurre dei controlli a tappeto sulle condizioni della rete idrica europea perché fino al 70% dell’acqua viene sprecata per inefficienze del sistema.
Occorre investire nelle infrastrutture. Solo nel nostro Paese, secondo una recente indagine condotta dall’Istat, si perde nella rete idrica il 32% dell’acqua, circa 120 litri al giorno per persona. Lo spreco di acqua fatto in Italia nel 2012 è di 12,6 miliardi di metri cubi, circa 1/10 del Mar Adriatico per produrre 14 milioni di tonnellate di prodotti agricoli che ora giacciono abbandonati nei campi. Il nostro spreco di acqua non è solo nell’inefficienza della rete idrica: circa 3.600 litri di oro blu sono stati utilizzati per la nostra alimentazione ricca di carne. E come noi, molti altri Paesi dell’Europa sono alle prese con sprechi e perdite.
Dal Parlamento europeo si propone quindi di impiegare meccanismi di prezzo in modo tale che chi inquina o chi spreca paga, e di fissare delle tariffe sull’acqua in base al reale consumo della risorsa. Sono necessari dei piani di gestione dell’intera rete idrica affinché si possa intervenire per migliorarne la funzionalità, a favore dei cittadini. E nello stesso tempo distribuire diversamente il bene prezioso nelle attività dell’uomo favorendo le imprese e le attività economiche che impiegano materiali ottenuti con un minor consumo di acqua, sostenendo la ricerca e i fondi per quelle aree dove la risorsa non c’è o è più scarsa e limitando la domanda nei settori dell’industria e dell’agricoltura.
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