La foca monaca si sta riaffacciando in Italia, non facciamola sparire. Con questo grido l’Unione Europea, ed in particolare i Paesi del Mediterraneo, hanno deciso di preservare dall’estinzione uno degli animali più belli, ma anche a maggior rischio del mondo. Fino a qualche decennio fa la foca monaca popolava tutto il Mediterraneo, ed in Italia le maggiori concentrazioni erano presenti in Sardegna e Liguria.
Poi la devastazione del suo habitat naturale e la caccia senza regole hanno fatto sparire questo animale dalle coste italiane, spagnole e francesi, permettendogli di sopravvivere soltanto in Grecia, peraltro in soli 300 esemplari. Per questo il Mom, l’associazione ellenica per lo studio e la protezione della foca monaca, ha approvato un nuovo piano secondo il quale si prova a far moltiplicare gli esemplari degli animali non solo in Grecia, ma in tutto il Mediterraneo. E siccome già le prime foche stanno facendo capolino in Toscana, è un’occasione che nemmeno noi italiani dobbiamo lasciarci sfuggire.
Spiega Giuseppe Notarbartolo di Sciara, presidente onorario dell’Istituto per lo studio e la tutela dell’ambiente marino Tethys, nonché uno dei componenti del piano per salvare le foche, che questo progetto ha istituito 4 obiettivi da raggiungere entro i prossimi 5 anni. Per adesso essi riguardano la Grecia, ma non è detto che non potranno riguardare anche gli altri Paesi.
Il primo è quello di creare una sorta di “nursery”, cioè un luogo dedicato soltanto alla foca monaca, senza alcuna presenza umana, il quale serva alle specie per procreare in libertà, senza il rischio di essere cacciate. Questa area di conservazione dovrà essere estesa anche ad altre zone. Importante sarà anche aumentare gli studi di settore, per ottenere le conoscenze necessarie per la loro sopravvivenza e magari anche darci la possibilità di far vivere in sintonia uomo e animale. Saranno istituite delle aree sensibili da proteggere, che sono quelle in cui si stanno stabilendo delle specie di “colonie” di foche, il quale coinvolgerà la popolazione locale; ed infine, l’ultimo obiettivo sarà l’adozione formale delle misure di protezione nazionale. Speriamo che anche in Italia ne tengano conto.
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