Non solo Stati Uniti e Cina. Anche l’Italia ha il suo piano nazionale per le rinnovabili. O meglio, lo avrà se la smetteranno di litigare in Parlamento e si decideranno a mettersi ad un tavolo per discutere seriamente. E’ l’auspicio di Edo Ronchi, presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile che, nel corso della giornata mondiale del vento, ha annunciato che l’Italia sta preparando il suo piano ecologico, il quale sarà pronto entro un anno.
E’ fissata per il giugno 2010 la scadenza per la presentazione del progetto che cambierà per sempre il pensiero energetico italiano. Si abbandoneranno quindi gli investimenti nel petrolio, nel gas, o peggio nel carbone, e si darà più spazio alle rinnovabili, in particolare al vento. Secondo Ronchi, dovrà essere stabilita una copertura del 17% del fabbisogno energetico nazionale dalle fonti rinnovabili entro il 2020.
Per farlo, l’obiettivo è di investire 5 miliardi, i quali saranno stanziati ogni anno fino a circa 60 miliardi entro il 2020, con l’obiettivo di rientrare nei parametri dell’Unione Europea, e magari superarli, visto che i nuovi parametri che usciranno dalla conferenza di Copenaghen di dicembre si pensa saranno ancora più rigidi.
Le fonti rinnovabili serviranno per la doppia valenza elettricità-riscaldamento, e saranno previsti incentivi per la produzione privata, perché non ci si può sempre appoggiare all’aiuto dello Stato. Continua Ronchi nella sua relazione che l’Italia punterà maggiormente sull’eolico, visto che data la sua posizione così particolare, è il Paese con la maggiore esposizione ai venti d’Europa. Ma non è da dimenticare l’altra grande fonte che abbiamo in Italia, e cioè il sole.
Ancora indietro invece siamo con i progetti che sfrutteranno il mare, ma per questo sono attesi sviluppi futuri. L’importante ora è continuare con il trend positivo registrato negli anni passati (+35%, o in termini assoluti, + mille megawatt di eolico prodotti ogni anno), per arrivare alla scadenza del trattato Ue, quella del 2020, con una produzione eolica di 28 Twh, di cui circa la metà proveniente da fonti private.
Fonte: [Ansa]