Dopo il disastro ambientale del 20 aprile 2010 la piattaforma petrolifera Deepwater Horizon torna a far parlare di sè, ma sempre portando cattive notizie per l’ambiente e l’ecosistema di quell’area del Golfo del Messico già fortemente compromessa dalla violenta esplosione di 2 anni fa: una nuova chiazza di petrolio è stata avvistata dalla Guardia Costiera americana. Interpellata per far luce sull’accaduto, la Bp non ha rilasciato dichiarazioni.
E’ stata rilevata con l’osservazione da satellite la chiazza di petrolio che galleggia sulla superficie del mare del Golfo del Messico, nei pressi della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon. Dai rilevamenti si è potuto appurare che la chiazza di greggio è lunga circa 3 km e larga 300 metri. Da quanto osservato non è chiaro stabilire da dove provenga il greggio, ma gli esperti tuttavia hanno dichiarato che poiché la chiazza di petrolio si trova sulla superficie del mare, e ha uno spessore di appena 3 micron, non dovrebbe costituire un pericolo per l’ecosistema marino.
E’ stato escluso il fatto che il petrolio possa provenire dalla cappa che ha sigillato il pozzo Macondo, e si crede piuttosto che sia fuoriuscito dai tubi utilizzati per chiudere la falla che causò il disastro nell’aprile di 2 anni fa. Questa ipotesi troverebbe conferma in alcune voci trapelate dalla Bp nel corso di un incontro svoltosi in una delle sedi del gruppo, lontano dalla stampa; tuttavia l’azienda si è rifiutata di rilasciare dichiarazioni a riguardo. La Guardia Costiera statunitense ha prelevato un campione del greggio per cercare di far luce sulla vicenda e cercare di individuare da dove provenga il petrolio. Anche se la chiazza di greggio ha uno spessore minimo da non costituire un pericolo per l’ambiente, l’area del Golfo del Messico è molto vulnerabile poiché l’ecosistema marino ancora non si è completamente ristabilito dopo il disastro della Bp.
[Fonte: Adnkronos]
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