Ottime notizie per le api europee. Visto il grave pericolo che stavano correndo, con il crollo continuo del numero degli esemplari causato dall’avvelenamento con il quale vengono in contatto durante l’impollinazione, ieri il Parlamento Europeo ha deciso di mettere al bando uno dei tipi più comuni di pesticidi, quello contenente i neonicotinoidi, uno dei prodotti chimici più utilizzati in agricoltura.
Il numero delle api, si sa, in quasi tutto il Vecchio Continente è in forte calo. Se dovessero sparire ci sarebbero conseguenze gravissime per l’ambiente, con molte piante che non riuscirebbero a riprodursi e danni irreparabili all’intero ecosistema. Dopo anni di battaglie, scienziati e ambientalisti hanno finalmente fatto capire ai politici europei che il problema sono i pesticidi, e così è cominciato il dibattito. Un dibattito che purtroppo non ha trovato tutti d’accordo.
La proposta fatta ieri a Bruxelles infatti prevedeva il bando totale dei pesticidi, ma per poterlo ottenere serviva la maggioranza qualificata delle nazioni che partecipano alla votazione. Purtroppo non si è riusciti a raggiungere questo scopo per una manciata di voti (15 a favore, 8 contrari tra i quali l’Italia e 4 astenuti). Così sfruttando soltanto la maggioranza semplice, l’UE è riuscita almeno a far passare il bando per 2 anni. In questo modo non potranno essere utilizzati pesticidi contenenti neonicotinoidi su girasole, mais, colza e grano.
La risposta dell’industria chimica? Anziché pensare al bene comune, ovvero alla possibilità che continui ad esserci anche in futuro un’agricoltura e che la natura continui a fare il suo corso (secondo Einstein senza api l’umanità durerebbe non più di 4 anni), la Bayer e la Syngenta, le due principali case produttrici di pesticidi, hanno risposto che in questo modo vengono messi a rischio 50 mila posti di lavoro. Eppure i risultati sono indubbi. Proprio l’Italia, che ha votato no soltanto per un piccolo dettaglio della legge ma che sostanzialmente è d’accordo con il bando, ha vietato l’utilizzo di questi pesticidi già nel 2008, azzerando le segnalazioni delle morti degli alveari.
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