Pesticidi nel piatto, il rapporto realizzato da Legambiente in collaborazione con il Movimento Difesa del Cittadino (Mdc), evidenzia un aumento dei prodotti contaminati da uno o più residui di pesticidi (da 27,5 a 32,7%). Addirittura in un campione di insalata analizzato in Friuli sono state riscontrate tracce di Ddt, malgrado siano trascorsi ormai 32 anni dalla sua messa al bando. Solo il 50% della frutta risulta incontaminata.
Allarme anche per la contaminazione dei prodotti derivati come miele, pane, vino: si segnalano irregolarità nel 2,7% dei campioni. Meno allarmista la Coldiretti così come la posizione di Agrofarma, l’associazione dei produttori di anticrittogamici, che non ci stanno a vedere il bicchiere mezzo vuoto e ribattono ai dati diffusi da Legambiente diffondendo cifre decisamente più incoraggianti. Per la Coldiretti il campione di insalata contenente tracce di Ddt non sarebbe di provenienza italiana:
Il Ddt non si usa da anni. L’insalata contaminata sicuramente proviene dall’estero.
Agrofarma, dal canto suo, ribatte che nel nostro Paese ci sono controlli rigidi sulla presenza di pesticidi nei prodotti agricoli e che il consumatore può dormire sonni tranquilli:
In Italia le produzioni agroalimentari sono estremamente controllate e le rigorose verifiche effettuate su migliaia di campioni forniscono un quadro del tutto rassicurante per il consumatore che smentisce i toni allarmistici diffusi da Legambiente.
Tanto che nell’ultimo rapporto ufficiale del ministero del Welfare solo l’1.1% dei campioni analizzati è risultato sopra la soglia di legge. In due casi su tre (66.7%) i campioni sono risultati del tutto privi di residui. Negli altri casi, il 32.2% rientra comunque nei limiti di legge.
Anche la Cia-Confederazione italiana agricoltori e Confagricoltura ci tengono a precisare che frutta e ortaggi made in Italy sono sicuri.
Non la pensa allo stesso modo, evidentemente, Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, quando afferma che in Italia risulta ancora troppo alta la percentuale dei prodotti contaminati da uno o più tipi di pesticidi. E questo è un ostacolo soprattutto per il mercato dei fitofarmaci: il nodo del multi-residuo, l’effetto sinergico dovuto alla presenza contemporanea di differenti principi attivi nello stesso prodotto, è ancora tutto da sciogliere.
[Fonte: Ansa Ambiente&Energia]
Hans 1 Marzo 2017 il 2:54 am
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