Abbiamo dato più volte, su queste pagine, l’allarme per la pesca eccessiva. Lo stress sugli stock ittici comporta l’estinzione di molte specie a causa di un’attività che toglie dal mare più pesci di quanti ne nascano. Molto spesso, anche involontariamente, alcuni pescatori finiscono con il prendere pesci diversi da quelli a cui davano la caccia, a volte perché utilizzano metodi illegali. Ad ogni modo, una grossa fetta di problema sta nel nostro consumo di pesce. Per questo, basandosi sui dati della Marine Conservation Society, Greenpeace ed il Seafood Watch, il Guardian ha pubblicato una lista di specie che possiamo consumare tranquillamente ed altre che sarebbe meglio evitare per non correre il rischio di farle estinguere. Vediamo quali sono dopo il salto.
Pesci consumabili:
- Salmone d’acqua dolce (Allevamento);
- Ostriche (Allevamento);
- Trota iridea (Allevamento);
- Salmerino alpino (Allevamento);
- Barramundi (Allevamento);
- Cozze (Allevamento);
- Molluschi (Allevamento);
- Tonno albacora, pescato ai poli o nell’Atlantico (non quello proveniente dal Mediterraneo);
- Sardine;
- Salmone;
- Granchio Metacarcinus magister;
- Calamari;
- Orata nera;
- Limanda;
- Halibut;
- Gallinella grigia e rossa;
- Sgombro (solo se catturato con la lenza, non con le reti a strascico);
- Spigola (non con reti a strascico);
- Teutidi pescati;
- Granchio gigante;
- Triglie.
I pesci invece che dovrebbero essere consumati con moderazione, dato che non hanno ancora raggiunto la soglia di pericolo, ma potrebbero raggiungerla in futuro, sono:
- Tonno striato (solo se pescato con lenze e canne);
- Eglefino (pescato alla lenza);
- Merluzzo bianco dell’Alaska;
- Limanda.
Le specie invece che dovrebbero essere assolutamente evitate in quanto a forte rischio estinzione sono:
- Rana pescatrice;
- Tonno rosso del Sud;
- Merluzzo;
- Ippoglossi;
- Ippoglosso nero;
- Scorfano;
- Pesce specchio dell’Atlantico;
- Trota di mare marrone;
- Scampi;
- Squalo;
- Eglefino (pescato con reti a strascico);
- Nasello;
- Hoki;
- Marlin;
- Platessa;
- Salmone dell’Atlantico;
- Manta;
- Sogliola (del Mare d’Irlanda);
- Pesce spada;
- Austromerluzzo;
- Spigola pescata a strascico;
- Anguilla;
- Gambero tropicale.
Per semplificare il tutto, diciamo che, per la maggior parte, i pesci “consumabili” sono quelli da allevamento, il che dà un segnale inequivocabile: la pesca fatta in mare aperto è pericolosa per la sopravvivenza delle specie. Non di tutte ovviamente, ma una certa regolamentazione si rende sempre più necessaria.
[Fonte: The Guardian]
andrea 26 Giugno 2011 il 7:42 pm
ti chiedo di rettificare il tuo articolo per amor di verità. non bisogna fare confusione su argomenti così importanti e tanto meno semplificarli e banalizzarli.La tua fonte dice cose inesatte…
consiglio questi link per chi volesse informarsi veramente sui consumi sostenibili:
http://pensieronatura.blogspot.com/2011/02/sai-che-pesci-pigliare-mangiamoli.html
http://www.slowfood.com/slowfish//filemanager/guide/lisca_bassa_ita.pdf
http://content.slowfood.it/upload/C2744B880a41b1C0A7myT1FC4402/files/Pesce.pdf
http://www.wwf.it/UserFiles/File/News%20Dossier%20Appti/DOSSIER/Mare/Sai%20che%20pesci%20pigliare.pdf
http://www.softeco.it/fishscale/IT/documents/calendario%20adulti%20def.pdf
Paola Pagliaro 26 Giugno 2011 il 9:26 pm
la fonte è il Guardian, la lista è corretta https://spreadsheets.google.com/spreadsheet/ccc?key=0Altk3Tn01ZsWdGFTWXpZNzRHQlpVd0U4ajVsd0NlOUE&hl=en_GB&authkey=CMb7wa8P#gid=1