Se vi trovate in una località nei pressi del Mar Adriatico, sappiate che se vi recate in un ristorante che cucina pesce, quello che verrà servito a partire da oggi e fino a fine mese in un alcuni punti d’Italia e fino a metà settembre in altri non sarà fresco. E’ infatti scattato lo stop alla pesca nell’Adriatico a causa del sovrasfruttamento. Negli ultimi 3 anni si è infatti registrato un costante calo della riserva ittica nei mari italiani, e lo scorso anno ha fatto registrare un molto preoccupante -38% che ha così costretto le autorità a permettere la pesca soltanto in determinati periodi.
Il provvedimento purtroppo non poteva capitare in un momento peggiore, quello cioè di massimo “stress” per le popolazioni ittiche visto che migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo affollano la costa adriatica, dalla riviera romagnola e quella pugliese, e così rischiano di ritrovarsi con del pesce surgelato nel piatto, o nel migliore dei casi del pesce non proprio freschissimo, proveniente dal Tirreno o dallo Ionio. L’obiettivo è di salvaguardare alcune specie a forte rischio come alici, sarde, spigole e orate, ed anche alcuni tipi di crostacei e molluschi.
Per tutta la costa adriatica lo stop parte oggi, ma da Trieste a Rimini durerà fino al 27 agosto, da Pesaro a Bari fino al 17 settembre. Dopodiché, fino a fine ottobre, si potrà riprendere a pescare gradualmente fino ad un massimo di 3 giorni a settimana, per riprendere poi a pieno regime negli ultimi mesi dell’anno. Ovviamente questa strategia piace agli ambientalisti e ai biologi, ma non alle associazioni degli esercenti. Secondo Coldiretti Impresapesca questa strategia non funziona e serve una “riforma radicale”, visto che anche lo scorso anno è stata attuata, ma il calo c’è stato ugualmente. I pescatori protestano, ma intanto meglio adottare qualche limitazione che rimanere senza nulla da pescare da qui a dieci anni.
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