Dopo la fondamentale presa di posizione della Commissione Europea per la Pesca lo scorso 18 dicembre che ha deciso un cambio di rotta verso la sostenibilità, anche in Italia si torna a parlare di pesca ecosostenibile e di Green Economy: il ministro Clini ha infatti stipulato di recente un accordo di collaborazione con Fao e Unioncamere per l’analisi e il monitoraggio delle economie reali nelle aree protette e per la salvaguardia delle aree stesse.
In Italia si torna a parlare di pesca sostenibile, grazie all’accordo stretto dal ministro dell’ambiente Corrado Clini con la Fao e Unioncamere. Lo scopo di questa collaborazione è quello di comprendere meglio il lato sociale ed economico delle singole regioni marittime al fine di poter stabilire una Strategia Marina, come previsto da direttiva europea, che possa essere efficace per le singole aree prese in esame. Grazie all’accordo si parla anche di considerevoli investimenti per lo studio e la ricerca.
Dall’accordo tra Clini e Union Camere discendono in particolare due progetti co-finanziati dal ministero e ralativi alle aree protette e all’effettiva messa in pratica della Strategia Marina stabilita. Con la Fao, o meglio con la Comissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo (Gfcm, un organo della Fao) l’accordo stipulato è volto invece più esclusivamente alla collaborazione per l’uso sostenibile delle risorse marine, ovvero al mantenimento di condizioni ambientali accettabili o buone nel Mar Mediterraneo. Quest’ultimo proposito porterà anche a concreti contatti di tipo cooperativo con altri stati che si affacciano sul Mediterraneo. Quindi accordi per lo studio delle economie reali delle singole aree geografiche della penisola per mettere a punto una Marine Strategy efficace, ma anche salvaguardia delle aree protette e maggior collaborazione internazionale per riportare la pesca, finalmente, a livelli sostenibili (o comunque decisamente migliori rispetto a oggi) nell’immediato futuro.
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