Se in Europa stiamo sperimentando una riduzione di pesce in mare talmente forte da portarci a forti limitazioni, in Nord America la situazione sta diventando simile, se non peggiore, alla nostra. Secondo le stime del United States Geological Survey se si continuasse a pescare e ad inquinare ai ritmi attuali nell’arco di 40 anni il rischio estinzione degli stock ittici potrebbe raddoppiarsi.
Lo studio, pubblicato su Bioscience, ha calcolato il tasso di produttività ittica dal 1900 al 2010, ed ha calcolato che il tasso di estinzione, rispetto ai reperti fossili, è aumentato di 877 volte rispetto ad un secolo fa. Stando ai normali ritmi della natura si calcola che ogni 3 milioni di anni si estingue una specie d’acqua dolce. Nell’ultimo secolo in Nord America si sono estinte 39 specie e 18 sottospecie. Se dovessero continuare a pescare ai ritmi attuali, nelle acque dei fiumi e laghi nordamericani potrebbero sparire entro il 2050 dalle 53 alle 86 specie, circa il 25% delle specie stimate negli ultimi 130 anni.
Secondo gli studiosi è naturale che alcune specie animali si estinguano. Ma questi casi avvengono in milioni di anni e sono legati ad avvenimenti come cambiamenti dei corsi d’acqua e della conformazione del terreno. La canalizzazione dei fiumi, la costruzione delle dighe, l’inquinamento ed altri fattori antropici non fanno altro che accelerare questo processo e coinvolgere anche pesci che normalmente non sarebbero in pericolo.
Un’altra causa di estinzione è il cambiamento nella catena alimentare. Stiamo mangiando troppi pesci e così i loro predatori non hanno di che vivere, e si estinguono per la fame. Nel complesso, concludono gli autori dello studio, è l’attività umana la principale colpevole di questa situazione, e così continuando ai ritmi attuali di pesca e di inquinamento c’è il rischio di scivolare indietro di miliardi di anni quando ancora c’erano poche specie a popolare le acque.
[Fonte: Treehugger]
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