Dopo la proposta di legge presentata dal senatore Pd Roberto Della Seta per una pesca sostenibile per l’ambiente e più sicura per i consumatori, il cosiddetto “pesce a miglio zero“, arriva una nuova disposizione per il monitoraggio e la salvaguardia degli stock ittici del Mediterraneo e dei mari dell’Unione europea promossa dalla Commissione all’Ambiente dell’Europa.
Si tratta del progetto FishPopTrace, un sistema sperimentato di tracciamento delle popolazioni ittiche che coinvolge 15 gruppi di ricerca in Europa, Norvegia e Russia specializzati in microchimica, biochimica, biologia molecolare, poteomica ed esperti di medicina legale della fauna selvatica. L’equipe scientifica è coordinata dalla Bangor University del Regno Unito. Il sistema è in grado di riconoscere geneticamente le specie ittiche a qualsiasi livello di produzione per poter risalire all’origine del pesce e smascherare, qualora ve ne fosse bisogno, le finte etichettature che compaiono sul prodotto finito e venduto. Il sistema di riconoscimento genetico si basa dunque sull’identificazione delle diverse specie ittiche attraverso l’esame del DNA e la pre-identificazione dei pesci che possono quindi essere monitorati in diversi punti della catena alimentare, se la loro origine è in acque europee.
Il progetto di ricerca è stato attivato principalmente per contrastare la pesca illegale, quella non regolamentata e non dichiarata che affligge circa il 25% del totale, con una perdita stimata di oltre 10 miliardi di dollari nel mondo entro il 2020, e risollevare il settore con politiche più sostenibili e sicure per i consumatori e per gli stock ittici dei mari europei. Come è stato più volte ribadito più volte anche dalla FAO, lo stato della pesca e dell’acquacoltura in tutto il mondo è molto danneggiato a causa del sovrasfruttamento delle risorse, per cui un programma come FishPopTrace è necessario per ristabilire il giusto equilibrio tra pesce e pescato e per evitare ulteriori impatti negetivi socio-economici.
[Fonte e foto: FishPopTrace]