Non sono chiare le vicende di quel che sta accadendo in Perù dalla scorsa settimana e rese note solo ora alla stampa estera: una morìa di delfini, pellicani e leoni marini che alle prime analisi sembra non trovare una spiegazione scientifica. I cavaderi degli animali, alcune centinaia per ora, sono stati ritrovati lungo le spiagge di Lima, ma la causa dei decessi ancora non è stata stabilita. Il ministro dell’Ambiente peruviano ha lanciato l’allerta sanitaria vietando alla popolazione di raggiungere le spiagge limitrofe alla capitale e di consumare pesce crudo; mentre l’ente di ricerca Istituto del mare (Imarpe) sta indagando sui decessi.
Una serie di analisi effettuate finora sugli esemplari trovati morti sulle spiegge della aperuviana avrebbe escluso che a causare la morte degli animali sia il Morbillivirus, un virus della famiglia dei Paramyxoviridae, responsabile anche del morbillo e della peste bovina; ma proseguono gli accertamenti. Come ha spiegato il direttore scientifico dell’Imarpe, Raul Castillo Rojas, non ci sono altre ipotesi circa i decessi, quel che è stato accertato è che gli animali avevano un sistema immunitario molto basso.
La direzione generale di salute ambientale del Perù ha lanciato un allerta sanitaria e ha chiesto alla popolazione di non andare sulle spiagge in cui sono stati ritrovati gli animali morti, e di non consumare pesce crudo fino a quando non saranno state individuate le cause della morìa di cetacei e uccelli marini. La notizia come ha ricordato l’ambientalista Heinz Plengue, tuttavia non è nuova, perché già nei mesi di gennaio e di aprile 2012 erano stati ritrovati sulle coste settentrionali del Perà 877 delfini morti, circa il 95% della specie Tursiops truncatus, la più comune tra i mammiferi marini. E ora la vicenda si ripete, coinvolgendo anche una decina di leoni marini e oltre 200 pellicani.
[Fonte: Ansa]
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