Il limite meridionale di terreno perennemente ghiacciato, meglio conosciuto come permafrost, ora è 130 km più a Nord di quanto lo fosse 50 anni fa nella regione della Baia di James, secondo due ricercatori del Dipartimento di Biologia presso l’Université Laval. In un recente numero della rivista scientifica Permafrost and Periglacial Processes, Serge Payette e Simon Thibault suggeriscono che, se la tendenza dovesse continuare, il permafrost nella regione potrebbe completamente sparire nel prossimo futuro.
I ricercatori hanno misurato la ritirata del confine del permafrost osservando cumuli noti come “palsas“, che si formano spontaneamente sul ghiaccio contenuti nel terreno delle torbiere del Nord. Le condizioni in questi tumuli sono favorevoli allo sviluppo della vegetazione tra la più disparata (licheni, arbusti, abete rosso e abete nero, ecc.) che ne facilita la nascita su quel terreno.
In un sondaggio iniziale effettuato nel 2004, i ricercatori hanno esaminato sette paludi situate tra il 51° e 53° parallelo. Essi hanno rilevato in quel momento che solo due delle torbiere contenevano palsas, mentre le foto delle aeree scattate nel 1957 hanno mostrato palsas presente in tutte le torbiere. Una seconda valutazione nel 2005 ha rivelato che il numero di palsas presenti in questi due pantani era diminuito nel corso di un anno dell’86% e del 90% rispettivamente.
L’elicottero che ha attraversato i paralleli 51 e 55 ha anche rivelato che i palsas rimanenti sono in avanzato stato di degrado in tutta la zona della Baia di James. Mentre il cambiamento climatico è la spiegazione più probabile per questo fenomeno, la mancanza di dati climatici a lungo termine per l’area rende impossibile per i ricercatori confermare ufficialmente questa teoria. Nota il professor Payette, tuttavia, che la temperatura media annua dei siti del Nord che ha studiato per oltre 20 anni è aumentata di 2 gradi Celsius.
Se questa tendenza continua, ciò che è rimasto della palsas nelle paludi della Baia di James scomparirà del tutto nel prossimo futuro, ed è probabile che il permafrost subirà la stessa sorte
conclude il ricercatore affiliato al Centre d’études nordiques.
Fonte: [Sciencedaily]
giuliAnita 18 Febbraio 2010 il 12:57 pm
Abito a Venezia e come tanti isolani forse mi rendo conto ancor di più di ciò che stiamo rischiando!