Pepsi ha presentato lunedì scorso una nuova bottiglia, la prima del suo genere, secondo la società, ad essere realizzata interamente con materiali vegetali, i quali includono erbaccia, corteccia di pino, e lolla di mais (sottoprodotto derivante dalla lavorazione del mais, dunque non rientra tra i materiali commestibili).
Nel frattempo la grande concorrente, la Coca Cola, ha spinto molto negli ultimi tempi sulla sua PlantBottle, costituita da materie vegetali “appena” al 30%. I suoi dirigenti avevano ammesso che ci sarebbero voluti diversi anni prima che il livello di materiali ecologici per una bottiglia per bibite potesse raggiungere il 100%, ma sono stati smentiti dopo pochi mesi.
Pepsi, però, è ancora al livello di proclami, visto che metterà in vendita la sua bottiglia 100% vegetale (e riciclabile) soltanto nel 2012.
Abbiamo decifrato il codice
ha esultato Rocco Papalia, vicepresidente senior del reparto ricerca avanzata di PepsiCo. Ma non finisce qui. Altri materiali come scarti di patate, bucce d’arancia, gusci d’avena ed altri avanzi del settore alimentare verranno presi in considerazione da Pepsi per realizzare altre bottiglie, che si dice sembreranno all’apparenza identiche alle normali bottiglie di plastica a cui siamo abituati, ed avranno anche la stessa consistenza al tatto. La differenza è che non saranno fatte con il petrolio e non inquineranno in fase di smaltimento.
I gruppi ambientalisti stanno prendendo nota. Allen Hershkowitz, scienziato senior del NRDC (Natural Resource Decence Council), ha dichiarato:
Questo è l’inizio della fine delle materie plastiche a base di petrolio […] Quando una società di queste dimensioni si impegna per realizzare una plastica a base vegetale, il mercato cercherà sicuramente di rispondere.
E considerando che questa non è la prima delle iniziative di questo tipo di Pepsi (ricordiamo infatti la busta di patatine fatta con bucce delle stesse patate o l’utilizzo dell’88% degli imballaggi riciclati), c’è da essere ottimisti. La prima a rispondere sarà sicuramente il colosso della Coca Cola, ma non dubitiamo che anche gli altri seguiranno a ruota.
[Fonte: Treehugger]
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