Se non c’è abbastanza spazio per fare un parco in superficie, perché non farlo sotto terra? Ci hanno pensato alcuni ingegneri ed architetti americani che hanno deciso di costruire una “Low Line”, una sorta di linea metropolitana sottorranea, che non servirà come trasporto ma semplicemente per rilassarsi in un parco. Realizzata al posto di una vecchia stazione ormai in disuso nel Lower East Side di New York, una parte di questo parco sarà persino sotto il livello del mare.
L’idea è venuta all’architetto James Ramsey che come primo obiettivo ha voluto ricreare la luce solare. Bell’impresa, non c’è che dire. Dunque come fare? Basta far passare delle fibre ottiche dal terreno sovrastante il parco fino sotto, dove la luce viene filtrata dai raggi UV ed arriva in modo percepito come naturale dai visitatori, senza che però questi rischino di ammalarsi di cancro alla pelle. Un sistema di specchi poi permetterà di diffondere la luce in maniera tale da farla sembrare naturale.
Il parco che ne deriva misurerà un po’ meno di un ettaro, quanto tre isolati circa, e rientrerà tra le opere di recupero più grandi della storia, visto che la stazione che passa sotto Delancey Street è abbandonata da circa 60 anni. Anche se il parco sarà completamente artificiale, le piante saranno del tutto naturali. Il prato, gli alberi e i fiori potranno crescere come farebbero in superficie in quanto la luce solare li raggiungerebbe ugualmente, anche se filtrata, ma comunque sufficiente per produrre la fotosintesi. Per quanto riguarda la ventilazione invece, verrà sfruttato il classico sistema delle stazioni che già oggi funziona nelle metropolitane.
Non sappiamo però quando verrà realizzata. Il progetto infatti è stato recentemente approvato ed i finanziamenti, arrivati volontariamente da migliaia di cittadini che hanno effettuato delle donazioni, hanno permesso fino a questo momento soltanto di realizzare il “modellino” in scala del progetto, il quale avrà bisogno di una seconda approvazione quando sarà completato, prima di realizzarlo definitivamente.
[Fonte e foto: Inhabitat]