A Palermo è emergenza rifiuti: la raccolta della spazzatura procede molto lentamente già da alcuni giorni per via delle preoccupazioni, dell’agitazione, della situazione critica in cui versano le aziende Amia e Amiaessemme, le due società che si occupano della raccolta e che sono ormai a un passo dal fallimento.
Palermo rischia quindi di ritrovarsi presto in una situazione di estrema gravità, per quanto riguarda i rifiuti. Le due aziende per la raccolta contano 2252 dipendenti e un buco nelle casse di 125 milioni di euro (anche se c’è chi parla di grosse cifre in crediti vantati nei confronti di determinati comuni).
I rifiuti continuano a ammucchiarsi per le strade sotto gli occhi degli abitanti e dei turisti e come spesso avviene in questi casi l’esasperazione ha anche portato all’incendio di diversi cassonetti in varie zone della città. Nel quartiere Brancaccio gli abitanti hanno svuotato i bidoni sulle strade per bloccare il traffico in segno di protesta.
Cosa fare per l’emergenza rifiuti a Palermo? Il sindaco Leoluca Orlando parla di due possibilità riguardantanti da un lato la dichiarazione di fallimento delle ditte e l’affidamento delle stesse a un curatore fallimentare che riesca a continuare a portare avanti i servizi di pulizia, dall’altro la requisizione della società da parte del prefetto e la sua consegna nelle mani del comune. Nel caso dei rifiuti a Palermo non poteva, infine, mancare la polemica sui tre commissari che hanno permesso che si arrivasse alla difficile situazione di questi giorni. Il consigliere comunale Francesco Bartolino ha chiesto se è vero
che l’esatto compenso che i commissari straordinari, di nomina ministeriale, dell’Amia abbiano percepito nel 2010 pari un compenso di 687.546,43 euro per ciascuno, e che durante il loro mandato, tale compenso sia stato incrementato fino all’importo di 702.345,32 sulla base di presunti buoni risultati di gestione raggiunti.
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