Nuovo allarme per gli orsi polari, anche se in realtà la soglia di guardia degli scienziati non si è mai abbassata e i mammiferi dei ghiacci non hanno mai cessato di essere in pericolo. Stavolta a preoccupare gli esperti è la dilagante denutrizione registrata su un vasto campione di esemplari, causata dallo scioglimento dei ghiacciai in conseguenza dell’aumento delle temperature.
Le lastre di ghiaccio sempre più sottili, sempre più frammentarie e il riscaldamento delle acque che provoca una diminuzione anche nella fauna ittica, mettono a rischio l’approvvigionamento alimentare degli orsi, che risultano denutriti e provati dalla caccia infruttuosa. Pensate che il numero di orsi sottoalimentati è triplicato negli ultimi 20 anni.
I cambiamenti climatici che interessano l’ecosistema polare hanno ridotto drasticamente le opportunità di caccia disponibili e gli orsi polari versano in condizioni di grave difficoltà.
A fornirci i dati su questa emergenza alimentare è una ricerca condotta da Seth Cherry della University of Alberta, in Canada, e da un team di suoi colleghi. I ricercatori hanno monitorato lo stato di salute degli orsi polari nella regione di Beaufort Sea, nell’Artico, durante i mesi di aprile e maggio del 1985, 1986, 2005 e 2006. Gli studiosi hanno immobilizzato degli esemplari con delle freccette di tranquillanti e misurato il rapporto urea-creatinina nel sangue. Un basso rapporto significa che il materiale di scarto viene riciclato all’interno del corpo e indica che l’animale è a digiuno, stato che di solito si verifica solo temporaneamente nei maschi durante la stagione primaverile.
Nel 1985 e nel 1986 la quota di orsi a digiuno è stata rispettivamente del 9,6 e e del 10,5%. Nel 2005 e nel 2006 questa percentuale era salita al 21,4 e al 29,3%. (Polar Biology).
Cherry è convinto che l’aumento di digiuno si spieghi con le temperature più calde e con il fatto che il ghiaccio si sciolga prima dell’arrivo della primavera. Gli orsi polari usano la distesa glaciale come una piattaforma di caccia, aspettando che dai buchi saltino fuori per respirare le prede. La primavera è di solito un momento di festa per gli orsi polari, il lauto pranzo degli animali in previsione dell’estate, quando il ghiaccio si ritira. Inoltre la mancanza di ghiaccio non permette alle foche di costruire i covi per i cuccioli e fa sì che per gli orsi scarseggino le prede. Come avverte Rick Steiner, della University of Alaska:
Se il ghiaccio continua a ritirarsi, evenienza che tutt’oggi sembra inevitabile, gli orsi polari diventeranno ancora più svantaggiati dal punto di vista nutrizionale. Lo studio dimostra che gli orsi polari sono in gravi difficoltà.
[Fonte: Polar Biology]
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