Ombrina Mare, la posizione del Ministero dei beni culturali secondo Legambiente è scandalosa: il Ministero ha infatti di recente detto no a un parco eolico offshore, ma ora arriva il sì alla piattaforma petrolifera con annessa nave di stoccaggio per il giacimento Ombrina Mare.
Il giacimento Ombrina Mare al centro della rabbia degli attivisti di Legambiente, e non a torto. Il ministero dei beni culturali italiano sembra infatti non vedere di buon occhio un parco eolico offshore, vedendo curiosamente bene, al contempo, una piattaforma di trivellazione petrolifera. Angelo di Matteo, il presidente di Legambiente Abruzzo, ha così sintetizzato lo scandalo:
Nel recente passato il Ministero dei Beni Culturali ha espresso parere sfavorevole sul progetto di parco eolico offshore a 10 Km di distanza dalle coste abruzzesi e molisane, ma parere favorevole alla piattaforma petrolifera con annessa nave di stoccaggio di 350 metri di lunghezza e 17 km di gasdotto a 6,5 km dalla costa teatina. Una posizione contraddittoria che, oltre a penalizzare le fonti energetiche rinnovabili rispetto a quelle fossili, pone seri dubbi sulla giusta valutazione ambientale e paesaggistica dell’opera.
Il ministro Passera (ex ministro, ormai) ha sempre avuto un occhio di riguardo per il petrolio e le fonti fossili, come è ben noto a tutti gli ambientalisti (per non parlare della curiosa, anche qui, intesa pressoché perfetta con il ministro dell’ambiente Clini). Questa decisione del ministero sulla trivellazione del giacimento Ombrina Mare appare quindi come un ulteriore passo avanti della politica petrolifera di Passera, ma Legambiente avverte: la partita non è chiusa. Difatti prima che l’autorizzazione sia rilasciata ci sarà una conferenza dei servizi in cui gli enti locali dovranno esprimere il loro parere. Dalla regione alla provincia di Chieti, dal comune di Vasto a quello di Rocca San Giovanni (e non solo), la richiesta portata avanti da Legambiente è una: tutti uniti contro le trivellazioni petrolifere vicino alle coste.
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