Nuova porta chiusa per gli OGM in Italia. Il Senato della Repubblica ieri ha approvato all’unanimità la clausola di salvaguardia, una normativa che consente ad un Paese di proteggere i propri prodotti agricoli contro le colture transgeniche in caso di pericoli per la salute o per l’ambiente. Proprio poche settimane fa a livello europeo il tema degli Organismi Geneticamente Modificati era ritornato al centro del dibattito, ma il Parlamento italiano ha per una volta trovato l’unità e si è opposto anche semplicemente alla discussione.
L’iniziativa, a dirla tutta, non è stata però del Senato stesso. È invece stata presa dalla Fondazione diritti genetici che ha raccolto 7 mila firme di normali cittadini che chiedevano di applicare questa clausola. Così, alcune settimane dopo la chiusura della petizione, la discussione è approdata in Senato dove è passata con il voto unanime.
Il voto favorevole alla mozione, che ha visto convergere i capigruppo di tutti i partiti, accoglie la volontà già espressa da tutte le Regioni italiane, dai produttori, dai consumatori e dai firmatari della petizione. [Servirà a] rafforzare la già efficace opera di monitoraggio e controllo posta in essere con il coinvolgimento del corpo forestale dello stato, per evitare la contaminazione tra colture geneticamente modificate e non e per controllare l’eventuale presenza di sementi transgeniche non autorizzate
ha spiegato Mario Capanna, presidente della Fondazione diritti genetici. Oltre a dire dei no, la clausola è anche propositiva perché invita a potenziare la ricerca scientifica in materia agricola per cercare di migliorare, anche qualitativamente e non solo quantitativamente, la nostra produzione interna senza essere costretti ad accogliere queste modifiche genetiche che rappresentano ancora una grande mistero per la scienza. Ora la palla passa ai ministeri competenti (Agricoltura, Ambiente e Salute) che dovranno discutere dell’argomento e semmai creare una legge ad hoc che possa essere approvata dal Parlamento. Ad ogni modo ci sono ottime speranze viste le premesse, come l’annuncio del Ministro dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo che ha commentato
Il patrimonio agroalimentare nazionale è considerato un valore indiscusso in tutto il mondo e gli elementi che ne determinano il successo devono essere considerati adeguatamente. Sono convinta che l’agricoltura italiana abbia bisogno di fare leva sui suoi punti di forza e che quindi la coltivazione di ogm non possa essere di aiuto al nostro sistema, che si fonda in primo luogo sulla qualità e non sulla quantità.
Che si tratti della fine degli Ogm in Italia? Noi ce lo auguriamo.
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