A quanto pare il COP15 non è stato un completo fallimento. Il sito Renewable Energy World ha tralasciato l’aspetto su cui tutti si sono concentrati, e cioè le critiche per i pochi impegni assunti da Stati Uniti e Cina, ed è andato a vedere cosa stanno facendo i cosiddetti Paesi emergenti per combattere il riscaldamento globale.
Andando a dare un’occhiata alle 25 nazioni in via di sviluppo prese in considerazione, si è reso conto che, sulla scia della conferenza sul clima, si è fatto molto, in proporzione alle capacità di ognuno. Ciò che più ha sorpreso è che si è avviato un serio piano per le energie rinnovabili che va oltre le “chiacchiere” dei grandi Paesi Occidentali. Dopo il salto qualcuno dei progetti più interessanti.
Nella poverissima Etiopia, uno dei Paesi con il reddito procapite più basso al mondo, è stato almeno abbozzato un progetto per sviluppare l’energia idroelettrica, da affiancare alla pianificazione di 760 MW di energia eolica entro il 2013, 450 MW di energia geotermica nel 2018, oltre a rafforzare il profilo dei biocarburanti. Il che francamente può non sembrare molto, ma considerando i dati IEA (Agenzia Energetica Internazionale) dimostra la grandiosità di tale progetto, dato che la capacità di alimentazione di tutta la nazione è ormai vicina al gigawatt, di certo un grande passo.
Il Marocco sta sviluppando impianti per 2 GW di energia solare, oltre che una diffusione davvero dilagante degli impianti solari domestici per riscaldare l’acqua (1,7 milioni di metri quadrati entro il 2020). Una piccola percentuale dell’energia interna è oggi prodotta dal vento, ma anche questo settore potrebbe svilupparsi in futuro. Rimanendo in Africa, andiamo fino in Ghana, il quale soddisferà il 10-20% del proprio fabbisogno energetico tramite fonti rinnovabili entro il 2020 (cifre non molto lontane dalla “ricca” Europa), il che significa un grosso investimento dato che, a parte l’idroelettrico, praticamente le energie rinnovabili oggi nel Paese sono praticamente assenti.
Ma avvengono degli sforzi anche in Messico, dove la riduzione dei gas serra del 30% entro il 2020 è l’obiettivo principale, anche perché deve dare il buon esempio dato che ospiterà il prossimo Cop16. A questo aggiungerà 7 GW di elettricità proveniente dalle energie rinnovabili. Il nostro giro del mondo continua in Indonesia, che ha stabilito il taglio del 26% delle emissioni entro il 2020, mentre ulteriori sforzi sono segnalati in Sierra Leone, Giordania e alcuni piccoli Paesi dell’Europa orientale.
A guardare questi dati, i Governi dei grandi Paesi inquinatori dovrebbero fare soltanto due cose: prima di tutto vergognarsi, e poi prendere subito provvedimenti, decidendo una politica seria e decisa, specialmente sul taglio delle emissioni. Se i Paesi poveri sono in grado di farlo, è incredibile che Cina e Stati Uniti (ma non solo), non ci riescano, con i mezzi che hanno.
Fonte: [Treehugger]