L’incidente alla centrale ucraina di Chernobyl del 1986 ci ha lasciato un conto ancora aperto da pagare. I costi per la messa in sicurezza lievitano di anno in anno e, a conti fatti, davanti a certe cifre e a certi disastri, vedi anche Fukushima, la favoletta del nucleare come l’energia del risparmio non termina certamente con un lieto fine.
Che poi fosse possibile metterla la parola fine quando si parla di nucleare. Il presidente ucraino Viktor Yanukovic ha annunciato, nell’ambito della conferenza dei donatori, che il mondo ha stanziato 550 milioni di euro dei 740 chiesti da Kiev, per finanziare un nuovo sarcofago per la centrale di Chernobyl, destinato a sigillare il materiale radioattivo. Nuovo sarcofago che dovrà rimpiazzare quello costruito dopo l’esplosione del reattore quattro dell’impianto, ormai considerato non più ermetico.
L’Europa, ovviamente, darà il suo lauto contributo partecipando con 110 milioni di euro. La cifra raccolta per contenere i danni di un disastro ormai datato ma che a distanza di 25 anni continua a richiedere attenzione e risorse alla comunità internazionale, è stata giudicata incoraggiante, anche alla luce del fatto che il Giappone, solitamente tra i donatori più generosi, quest’anno ha da investire per contenere il suo di disastro nucleare e chissà per quanti anni ne avrà.
La conferenza dei donatori apre la settimana di commemorazioni in Ucraina di quello che è stato l’incidente nucleare più grave della storia atomica del mondo.
Spesso assistiamo ad un tentativo di ridimensionare quel tragico evento, magari di chi conta solo le vittime dell’immediato, dimenticando i bambini che ancora oggi muoiono di tumore alla tiroide, le tante vite strappate dalla loro terra, quelle bambole lasciate in fretta e furia negli asili, un’infanzia rubata che per molti non sarebbe più tornata e sarebbe confluita direttamente nella tomba.
A distanza di anni, si contano ancora i danni, la contaminazione resta palpabile: nel terreno, negli animali, negli uomini… e la scienza continua ad indagare su quelli che saranno i danni a lungo termine. E’ molto di più di un gioco a colpi di cifre e anche dire che sono morte solo tot persone, costituisce una grave offesa per la memoria di quelle vittime che diventano non più vite ma numeri da mettere in conto nei rischi correlati all’energia, l’energia buona. Ad ogni modo, se proprio qualcuno ci volesse giocare con i morti ammazzati dal gigante buono per un tragico errore, sarebbe opportuno rispettare almeno una regola: contare ad occhi chiusi non vale.
Articoli correlati:
Chernobyl, suolo svedese ancora contaminato
A Cernobyl gli uccelli hanno un cervello più piccolo
Nucleare di terza generazione, lontano da Chernobyl, lontano dal cuore
[Fonti: Euronews; Chernobyl cancer.gov]
Commenti (2)