Pensa come un pesce, non come un uccello. E’ questo quello che hanno tentato di fare alcuni ricercatori americani, i quali hanno tentato di estrarre energia dalle correnti marine. Ma non nel senso classico del termine, ma in maniera del tutto innovativa. Il loro nuovo generatore ispirato ai pesci infatti, funziona anche con un bassissimo movimento della corrente, anche con quello con cui le classiche turbine marine funzionavano poco o per nulla.
I flussi di marea e i movimenti sulla riva generano mediamente 140 miliardi di kw/h all’anno, o se preferite circa il 3,5% del fabbisogno energetico di una nazione grande quanto quella americana (se lo paragoniamo all’Italia la percentuale ovviamente sale di molto). E allora perchè sfruttarne solo una parte quando la natura ce ne offre molto di più?
Molti degli scienziati che sono stati impegnati in questa nuova invenzione provengono dal campo dell’energia eolica. Infatti hanno utilizzato delle “turbine-marea“, simili a quelle eoliche, che servivano per produrre energia elettrica sfruttando il movimento sottomarino delle pale. E qui entrano in gioco i pesci. In natura infatti, gli abitanti del mare si muovono in maniera differente di noi esseri umani o degli animali che vivono in superficie. Molti di essi infatti per muoversi nell’acqua creano naturalmente dei vortici, i quali servono per avere la spinta per il movimento. Non stiamo parlando soltanto di una specie particolare di pesci, ma un pò tutti, dalle sardine alle balene, utilizzano questa tecnica.
Alcuni ricercatori dell’Università del Michigan sono riusciti a ricreare questo movimento, lo stesso vortice che può essere sfruttato dal generatore. Il dottor Bernitsas, a capo del progetto, insieme ai suoi collaboratori è riuscito a creare una macchina chiamata VIVACE (Vortex Induced Vibration for Acquatic Clean Energy), la quale possiede alcuni cilindri (illustrati in foto) che oscillano su e giù con il movimento dell’acqua. Niente di più naturale, dato che il movimento si crea da solo con le normali correnti marine. Infatti non appena l’acqua entra in questi cilindri, si trasforma naturalmente in turbolenza, e successivamente in un vortice, donando al cilindro una leggera “spinta”. Il successivo vortice che si viene a creare, fornisce una spinta opposta. Le due forze si contrappongono, creando una vibrazione. Questa crea energia.
Per avere un’idea più chiara di cosa avviene, i ricercatori propongono un paragone con l’energia creata dal vento quanto scuote una bandiera, o un’antenna dell’auto. Lì c’è una contrapposizione di forze che, potenzialmente, creerebbe energia elettrica. Nel mare tutto ciò ha una potenza superiore di circa 800 volte rispetto all’aria, per questo il sistema VIVACE può fornire circa 10 volte l’energia elettrica che può produrre una turbina eolica.