Nuova azione di forza di Greenpeace: sequestrati 2 km di “spadare” illegali

di Redazione 4

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Non sfugge proprio nulla agli attivisti di Greenpeace. La scorsa notte un gruppo di volontari ha sorpreso nel mar Ionio un peschereccio che stava utilizzando una speciale rete chiamata “spadara“, dichiarata illegale dall’Unione Europea dal 2002. L’imbarcazione si trovava a circa 50 km da Capo Spartivento, in Calabria.

Intrappolata in essa hanno trovato una decina di tonni rossi e una tartaruga marina ancora in vita.
Tornati sulla terraferma, gli attivisti hanno poi denunciato la nave Diomede II alla capitaneria di porto di Messina.


Ma non è tutto. Perchè infatti a bordo della nave erano presenti 10 km di reti spadare, per fare una strage nel mar Ionio, iniziata già con la cattura di decine di tonni rossi che pesavano tra i 2 e i 6 kg. Sapevano di essere fuorilegge queste imbarcazioni, e così viaggiavano con la matricola occultata per rendersi irriconoscibili, e per non far risalire ai responsabili.
La norma violata è il “Regolamento Comunitario” (Reg. CE/1239/1998) che impedisce la pesca con derivanti alle specie pelagiche d’altura, come il tonno rosso. Infatti secondo la legge, la Diomede II, registrata nel 2006, avrebbe dovuto agire solo con gli ami (palamiti) o piccole reti fisse, in prossimità della costa.

E invece questa imbarcazione è stata trovata a parecchi chilometri dal raggio di azione legittimo, e con attrezzature da far accapponare la pelle, dai radiosegnalatori alle luci alogene, e con attrezzature adatte per pescare anche in acque internazionali.
Ma la cosa più terribile è che lo Stato Italiano, costretto dalla Comunità Europea ad iscrivere questo genere di imbarcazioni in una lista nera che non permette ad esse di ricevere assistenza o sussidi pubblici in nessun porto europeo, continui ad erogare fondi per lo smantellamento di queste attrezzature e la riconversione in attività lecite. Ma ancora peggio è vedere queste reti spadare essere ancora usate da quelle stesse imbarcazioni che avevano ricevuto fondi per eliminarle.

Insomma lo Stato Italiano, a causa dei pochi controlli sulle attività marittime, sta indirettamente finanziando un’attività illegale. Soprattutto nel Mediterraneo, dove sono presenti circa 10.000 specie diverse, il 9% di quelle mondiali, tra cui anche il tonno rosso, a rischio estinzione a causa di queste reti spadare così grandi che a volte catturano anche balene, delfini e tartarughe.

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