Finalmente, dopo mesi, per non dire anni, di battaglie, arriva una bella notizia: il Governo ha deciso di ritirarsi sul nucleare, l’atomo non tornerà in Italia né ora né mai. La decisione, inserita nel decreto legge omnibus, torna indietro sulle decisioni che hanno fatto arrabbiare milioni di italiani che vedevano la politica andare contro la volontà dei votanti del referendum del 1987, riprendendo il programma nucleare dopo oltre 20 anni.
La decisione è venuta ovviamente in seguito al disastro nucleare giapponese, dato che ancora ad oltre un mese di distanza non si riesce a trovare il bandolo della matassa, e due incidenti nucleari gravissimi a distanza di 25 anni, dopo quello di Chernobyl, sono davvero troppi. Anche quei pochi italiani che potevano essere a favore del nucleare avevano cominciato a cambiare idea, e dopo la moratoria di un anno voluta pochi giorni dopo il terremoto/tsunami, ci si è resi conto che non ne valeva la pena.
A dir la verità, in un momento di debolezza estrema del Governo Berlusconi, l’idea che gli italiani potessero andare in massa a votare al referendum contro il nucleare, a cui si aggiungeva il quesito sulla giustizia che gli sta tanto a cuore, lo ha spaventato. Per questo, visto che dal Giappone ogni giorno arriva una brutta notizia, ha deciso di eliminare definitivamente ogni intento nuclearista dal programma, in modo da far decadere il quesito. In questo modo spera che gli italiani non vadano più a votare in massa, facendo mancare il quorum anche, è bene ricordarlo, nei due quesiti sull’acqua pubblica.
Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche mediante il supporto dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione Europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare.
Queste sono le parole, inserite e approvate questo pomeriggio, che mettono una croce (speriamo definitiva) sulla questione. A questa buona notizia si aggiunge un sensato accenno del Ministro Tremonti all’investimento nelle rinnovabili da effettuare a livello europeo.
Credo sia arrivato il momento di ragionare su una versione applicata del vecchio e glorioso piano Delors e di avviare piani di investimento in ricerche alternative, anche combinandoli con la nuova struttura geopolitica del Mediterraneo
ha dichiarato il Ministro. Questo è il massimo che ci si può attendere da un Governo che fino a ieri era pro-nucleare, quindi accontentiamoci.
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