Indiscrezioni, voci di corridoio, o più semplicemente previsioni sulla base delle aree più idonee: chiamamole pure come vogliamo, le nominations dei siti che potrebbero ospitare le centrali nucleari italiane, in vista di un ormai prossimo ritorno all’atomo nel nostro Paese. Dopo che il CdM ha impugnato le leggi regionali di Puglia, Basilicata e Campania che impedivano la costruzione di impianti sul loro territorio, la buona notizia è che tra questi nomi che sono trapelati non figura nessuna area afferente al suolo pugliese. Per la Basilicata, invece, si sussurra Scanzano Jonico (Matera).
I criteri per la scelta dei siti sono la scarsa sismicità, la presenza di bacini idrici, la lontananza da zone densamente popolate. O almeno questo è quello che richiede l’installazione dello European Pressurized Reactor (EPR) di tecnologia francese, che sbarcherà in Italia grazie alla joint venture fra Enel ed Edf.
Al momento si sono candidate ad ospitare le centrali la regione Sicilia ed il Veneto. Chi si aggiudicherà gli impianti, avrà ricchi bonus, dieci milioni di euro all’anno circa, che andranno sia agli enti sia ai cittadini che risiedono nelle zone immediamente limitrofe ai siti e, in questi tempi di crisi economica, sembra un po’ una trovata irrifiutabile alla win for life. Altri nomi papabili pubblicati dall’Ansa, che ha raccolto varie indiscrezioni provenienti da più fronti, sono:
Caorso, nel Piacentino, e Trino Vercellese (Vercelli), entrambi collocati nella Pianura Padana e quindi con basso rischio sismico ed alta disponibilita’ di acqua di fiume. Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, che unisce alla scarsa sismicità la presenza dell’acqua di mare. Secondo altri, fra cui i Verdi e Legambiente, il quarto candidato ideale è Termoli, in provincia di Campobasso, mentre in altre circostanze si è fatto il nome di Porto Tolle, a Rovigo, dove c’è già una centrale a olio combustibile in processo di conversione a carbone pulito. Gli altri nomi che ricorrono più spesso sono Monfalcone (in provincia di Gorizia), Palma (Agrigento), Oristano e Chioggia (Venezia).
[Fonte: Ansa]
OMG 7 Febbraio 2010 il 1:19 pm
Non ho conoscenze scientifiche a riguardo quindi non mi sento di esprimermi a favore o contro il nucleare.
Mi sorge spontanea solo una domanda: come mai tutte le nazioni che hanno da sempre usato il nucleare lo stanno abbandonando e noi invece vogliamo utilizzarlo? Poi stiamo comprando “la tecnologia” vecchia di anni e anni da un paese che quella tecnologia l’ha abbandonata da tempo.
A Napoli si direbbe che l’Italia sta prendendo un gran bel pacco………
Marco Mancini 7 Febbraio 2010 il 1:56 pm
hai ragione da vendere…