Quelli che il nucleare in Italia sarà 1000 volte più sicuro che in Giappone, quelli che le rinnovabili costano troppo e l’atomo invece è gratis, quelli che il taglio delle emissioni al 30% nel libro dei sogni, quelli che cambiare idea è inimmaginabile ma non se c’è di mezzo la poltrona volante, se in gioco c’è un bel gruzzoletto di voti reagiscono con la pancia e si fanno prendere dall’emotività spicciola della campagna elettorale.
Ma ci credono davvero i nostri politici nell’affarone del nucleare? Un clamoroso fuori onda captato dalla stampa ha svelato ieri il pensiero reale a riguardo della Prestigiacomo, che ricordiamo, perché se non lo ricordiamo non si capisce, è il nostro Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
Basta, non possiamo perdere le elezioni per il nucleare. E’ finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate. Bisogna uscirne ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare nulla, si decide tra un mese.
E’ così che si decide la politica energetica di un Paese, esattamente sulla base di quell’emotività che tanto viene additata come fuorviante in chi si è schierato contro. Non scherziamo. Di sicurezza, convenienza, costi, criteri di localizzazione delle centrali, depositi delle scorie, a chi ci governa non importa nulla. E’ chiaro come il sole che non ci sia affatto un dibattito, perché se è costruttivo discutere con chi possiede un’opinione a riguardo, per quanto emotiva, popolare, demagogica, tecnica o dettata da meri interessi economici possa essere, è assolutamente sterile confrontarsi con chi non ha un pensiero, nemmeno il più piccolo e ignorante, sull’argomento se non quello dettato dalla voglia di raccimolare più voti possibile.
Si schierano pro e contro nucleare in base al consenso che potrebbero raccogliere o perdere. Questa è la politica, mi direte. No, questa è la politica in Italia. Quanti fuori onda saranno necessari ancora per capire che in queste condizioni non si può passare all’atomo? Anche chi è favorevole dovrebbe temere per la propria sicurezza, a prescindere dalla sicurezza dell’energia atomica. Non siamo nelle mani del nucleare. Siamo nelle mani di persone a cui non importa niente di noi, dell’ambiente, del territorio, del futuro.
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Giulio 18 Marzo 2011 il 11:01 pm
Mi sembra abbastanza corretto tenere conto di quello che pensano gli elettori. Non ci vedo niente di male se un politico parlando privatamente a un suo collega dice una cosa così.
PS
Stupendo l’attacco dell’articolo.
Paola Pagliaro 18 Marzo 2011 il 11:19 pm
o magari che il nucleare non fosse poi tutto questo colpo di genio per aggiudicarsi voti lo pensava sin da quando difendeva l’atomo a spada tratta… chi può dirlo… fu un fuori onda di Fini a svelare cosa pensava davvero di Berlusconi…
marco 19 Marzo 2011 il 12:20 pm
E’ gravissimo e inaccettabile. Dimostra quanto ragionino solo per ragioni di bottega. Non è nemmeno realpolotik. è puro commercio di voti. La politica energetica è importante almeno quanto le strategie di difesa, le relazioni internazionali, gli indirizzi di sviluppo economico. Richiederebbero ampi dibattiti in Parlamento, confronti con gli altri Paesi.
Marco Mancini 19 Marzo 2011 il 2:36 pm
non penso nemmeno sia per un problema di voti, ma di soldi e potere. Infatti da quando si sono resi conto di perdere voti stanno cominciando a ripensarci…
Paola Pagliaro 19 Marzo 2011 il 2:48 pm
confronti con altri Paesi li facciamo, per la precisione ci confrontiamo con i dittatori che hanno un preziosissimo know-how…